È arrivata su Netflix in questi giorni una nuova serie che si inserisce nel nascente filone delle “serie ambientate in giganteschi bunker antinucleari”, come Fallout o Silo, con una leggera differenza che non anticipiamo, anche se viene svelata già alla fine del primo episodio. Si intitola Il rifugio atomico, Billionaires' Bunker in inglese e El refugio atómico in lingua originale: infatti si tratta di una serie spagnola, creata dallo stesso autore del ciclo della Casa di carta, Álex Pina.
La serie racconta le vicende di due famiglie miliardarie che insieme ad altri ultraricchi hanno pagato per la costruzione di un lussuoso bunker sotterraneo nel quale rifugiarsi in caso di escalation nucleare. Il figlio di una di queste famiglie è appena uscito di prigione, dove ha sostenuto una condanna per omicidio stradale che ha visto la morte della sua fidanzata. Giusto in tempo per essere prelevato dal padre e portato al bunker; poche ore dopo la situazione precipita e l'apocalisse nucleare devasta la terra.
C'è un intrigo naturalmente, che potrebbe essere anche interessante, ma la serie si dilunga soprattutto sulle vicende sentimentali, sessuali e rancorose delle due famiglie, mentre la parte più concettuale è spesso delegata a colossali infodump.













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