In pensione da qualche anno, ex informatico prima alla Fiat e poi all'IBM, Paolo S. Cavazza è stato uno di quegli appassionati di fantascienza che incontri spesso e coi quali finisci davvero per chiacchierare di stelle, astronautica, esplorazione spaziale.

Nato nel 1955 a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, residente a Torino, Paolo Cavazza frequentava abitualmente il Mufant, il museo della fantascienza. Appassionato di fotografia negli anni aveva documentato l'evoluzione del museo. Oltre alla fotografia era appassionato di aeronautica,  esplorazione spaziale, fantascienza (soprattutto Arthur C. Clarke), dei fumetti di Jeff Hawke. E dei suoi amati gatti.

Come autore aveva esordito nel 2009 col racconto Dialogo all’uscita del Nodo, su Fata Morgana n. 12. Nel 2017 era uscito il suo primo romanzo, Il fantasma del Mare Imbrium, pubblicato da CS_libri che nel 2019 lo aveva riproposto insieme a un altro romanzo breve nel volume Fantasmi sulla Luna.

Un nuovo romanzo, inviato per la partecipazione al Premio Urania, è al momento inedito.

La redazione di Fantascienza.com si unisce al cordoglio di cari e amici.

Il ricordo di Massimo Citi di CS_libri

Il genio instancabile di Paolo S.Cavazza (di Massimo Citi)

L’esordio di Paolo è stato nel 2008, con un racconto uscito nell’antologia Fata Morgana 12, raccolta di racconti di fantastico e di varia umanità pubblicata dalla libreria CS di Torino, Dialogo all’uscita dal nodo, una gustosa vicenda di una burocrazia galattica dal sapore inequivocabilmente italiano. Il suo racconto successivo, F come Frankenstein è uscito nel 2014 in ALIA Evo 1.0: un testo di gusto cyberpunk ma dai tratti onirici e con un finale assolutamente inatteso. Interfenze, uscito in ALIA Evo 2.0 (2016) è stato il primo testo di sapore nettamente Clarkiano ma con un gusto del tutto personale per un elemento fantastico e sorprendente inserito all’interno di una vicenda per il resto regolarmente fantascientifica. Uno schema ripetuto con un elemento ancor più imprevedibile in Il fantasma del Mare Imbrium, uscito in e-book per ALIA Arcipelago, la collana che affianca ALIA Evo, nel 2013, anche questo ambientato sul satellite della Terra e in ambiente di scienziati, ricercatori e cosmonauti, ovvero quanto di meno suggestionabile si possa immaginare. I due romanzi brevi, Interferenze e Il fantasma del Mare Imbrium sono poi usciti in un unico volume cartaceo dal titolo Fantasmi sulla Luna nel 2019. Gli ultimi due racconti di Paolo S. Cavazza apparsi sono stati: Gli dei vegliano, pubblicato in ALIA Evo 3.0 (2017), una sardonica e divertita rivisitazione dell’Iliade raccontata da occhi alieni e Una notte al Mufant apparso in ALIA Evo 4.0 (2020) dove il museo di Torino, dedicato al fantastico e alla fantascienza, diviene il palcoscenico di un incontro ravvicinato del terzo tipo. 

Paolo aveva appena terminato L’Ultimo Volo, un romanzo ambientato nel 1944 in una base della RAF, inviato al concorso indetto da Urania, mentre tuttora inedito è un romanzo breve uscito soltanto via Internet, L’investigatore Kloog, una bizzarro esempio di un giallo anni ‘50 condito in salsa fantascientifica. Altrettanto inedito è il racconto breve, Sherlock Holmes e il gioiello misterioso, protagonista uno Sherlock Holmes alle prese con un’invasione aliena.

Paolo S. Cavazza è stato un informatico, un buon fotografo e uno scrittore inquieto e spesso insoddisfatto, capace di passare da un tema fantascientifico all’altro, non temendo le contaminazioni con elementi tratti dalla narrativa, dal cinema, dalla tecnologia e dalla storia del XX secolo e con risultati in ogni caso rimarchevoli per lo humour delicato e la passione inesauribile dei suoi testi. 

Sinceramente, penso che a noi tutti di ALIA mancherà, come, credo e mi auguro, ai lettori.