Torna sulle pagine di Urania il talentuoso John Scalzi, autore che predilige la space opera anche di taglio militare ma capace di vincere un Hugo con un romanzo fuori dagli schemi come Uomini in rosso (Redshirts, 2012).

Anche Il tesoro di Zarathustra non parla di astronavi o battaglie spaziali, anche se si svolga su un lontano pianeta popolato da alieni, peraltro per nulla aggressivi.

Il romanzo affonda le sue radici nella storia della fantascienza, ispirandosi (a dire il vero è un vero e proprio reboot) a Il piccolo popolo (Little Fuzzy) scritto da H. B. Piper nel 1962.

Chi ha letto il romanzo originale si troverà subito a suo agio in questa storia dove la Zarathustra Corporation non guarda in faccia a niente e nessuno per il guadagno, nemmeno agli adorabili tuttopelo.

Chi non ha letto la storia originale di Piper non si preoccupi, il romanzo di Scalzi è ugualmente godibile, un omaggio a un autore sottovalutato a distanza di mezzo secolo, ed è un'ottima cosa che arrivi in Italia, anche se Scalzi dice che aveva firmato il contratto così tanto tempo fa da esserselo dimenticato, e la vista della copertina l'ha lasciato un po' confuso…

Il libro

L’unico collega di Jack Holloway su ZaraXXIII è Carl, fedele amico e compagno più o meno… addestrato. Carl infatti è un cane, il solo essere vivente con cui Jack abbia il piacere di trascorrere la sua giornata lavorativa, specie ora che si trova a 178 anni luce dalla Terra…

Dopo aver piazzato delle cariche esplosive sul crinale di una montagna, Jack e Carl fanno accidentalmente saltare in aria una parete rocciosa. Una di troppo, dato che qualche incidente con gli esplosivi lo avevano già avuto in passato.

La Zarathustra Corporation, stanca delle bizzarrie di Jack, decide seduta stante di revocare il suo contratto da prospettore. Tuttavia, la detonazione ha portato allo scoperto anche un ricchissimo giacimento di eliolite, uno dei materiali più preziosi dell’universo su cui Holloway, ormai libero da vincoli contrattuali, potrebbe vantare tutti i diritti di estrazione.

Di fronte alla scoperta la compagnia fa dietrofront, dimostrandosi all’improvviso bendisposta e premurosa nei suoi confronti, e Jack, da ex avvocato, approfitta della suo posizione di vantaggio per farsi assegnare una grossa fetta del tesoro. La ZaraCorp promette a Holloway una valanga di soldi, e tutto sembra andare per il meglio… almeno fino a quando un curioso bipede peloso si presenta a casa di Jack, seguito a stretto giro da un’intera famiglia di adorabili “tuttopelo”.

Grazie al contributo di Isabel, biologa residente sul pianeta (e sua ex fidanzata), Jack scopre che i piccoli bipedi pelosi potrebbero essere esseri sensienti di cui nessuno era a conoscenza, e questo crea un piccolissimo intoppo: i diritti di sfruttamento delle risorse del remoto pianeta da parte della ZaraCorp si basano interamente sul presupposto che il pianeta sia privo di forme di vita intelligente!

La comparsa degli adorabili esserini metterà Jack di fronte a un terribile bivio: pensare come al solito solo al proprio tornaconto personale, o difendere la vita di un’intera, pelosissima nazione?

L'autore

John Scalzi è nato nel 1969 a Fairfield, in California ha iniziato la carriera come giornalista umoristico e redattore di America Online, poi dal 1998 si è dedicato a tempo pieno alla scrittura. Tra le sue opere ricordiamo: la serie d’esordio Old Man’s War, che gli è valsa il premio  John W. Campbell per la fantascienza come miglior nuovo scrittore,  Uomini in rosso (Redshirts, 2012, premio Hugo e Locus 2013, Urania n. 1610), il bestseller Chiusi dentro (2014, Lock-In, Urania n. 1632) con il seguito indipendente Su la testa (2018, Head On, Urania n. 1673).

Fuzzy Nation è un romanzo del 2011, ispirato all’opera di H. Beam Piper del 1962, Little Fuzzy.

John Scalzi, Il tesoro di Zarathustra (Fuzzy Nation, 2011), Urania 1695 – Mondadori, traduzione Enzo Verrengia, Euro 6,90, Ebook Euro 3,99.