L'Ucronia, o storia alternativa, è quel filone della letteratura dell'Immaginario che parte dalla Storia con la S maiuscola per poi seguire un sentiero diverso, alternativo per l'appunto, di finzione, che lo scrittore tratteggia con la sua fantasia. Quest'ambito del fantastico è il territorio privilegiato di Giampietro Stocco, autore romano, ma che vive e lavora a Genova come giornalista al TGR della Rai.

Classe 1961, Stocco si è laureato in Scienze politiche, ha studiato e lavorato in

Danimarca ed è entrato in Rai nel 1991. Non ha seguito il tipico percorso che un decennio prima altri autori italiani avevano intrapreso, grazie al premio Urania della Mondadori e al Premio Cosmo della Nord, ma ha seguito un suo personale cammino, sia scegliendo di scrivere romanzi ucronici sia perché le sue prime opere sono apparse in una collana e per un editore non legati al mondo della fantascienza.

Nero italiano, il suo primo romanzo del 2003, è comparso, infatti, nell

Giampietro Stocco
Giampietro Stocco
a collana Tascabili Noir di Frilli Editore, ed è una classica storia ucronica.

Siamo alla metà degli anni Settanta e al governo c'è il fascismo, che guida l'Italia ininterrottamente dal 1922, da quando cioè Benito Mussolini venne eletto Presidente del Consiglio del Regno d'Italia. Dopo la sua morte per infarto, avvenuta il 25 luglio del 1944, Galeazzo Ciano è il nuovo Duce e per trent'anni ha retto, nel bene e nel male, le sorti del Paese. Tutto ciò è accaduto perché l'Italia non è scesa in guerra accanto alla Germania, ma si è dichiarata neutrale. Ciano è ora stanco di governare, non si è mai sentito adatto al ruolo che la Storia gli ha cucito addosso e nemici interni ed esterni fanno ora sentire la loro pressione. Ecco perché acconsente alle strategie politiche del ministro della cultura e della comunicazione Maria De Carli, astro nascente del partito, che prevedono un avvicinamento diplomatico tra l'Italia e la Russia, tra il fascismo e il socialismo. Attuare quella che sembra una vera e propria “bestemmia” politica è necessario, anche perché il Paese è economicamente allo stremo, dopo la crisi petrolifera, ed è in atto anche un forte disagio della popolazione, a cominciare dai movimenti studenteschi. Buoni motivi affinché si attui anche una lenta democratizzazione del Paese…

Questo lo sfondo storico di Nero italiano (ripubblicato di recente da Delos Digital) il cui protagonista è il giornalista trentottenne Marco Diletti, la cui vicenda personale s'intreccerà con quella di Maria De Carli e con le sorti del Paese, con una società italiana in bilico tra una possibile via che porta alla democrazia, con tanto di annunciate elezioni politiche, e una crisi sociale ed economica senza pari, che invece potrebbe essere il preludio ad una rivoluzione, attuata anche nel segno della violenza.

Stocco non solo disegna una Storia alternativa di un'Italia fascista, sopravvissuta alla stessa morte di Mussolini (da notare che la caduta del fascismo avvenne il 25 luglio del 1944 e che l'autore fa morire il Duce il 25 luglio del 1944), ma anche un Paese credibile dal punto di vista sociale: una comunità che vive sulla propria pelle le prime avvisaglie della globalizzazione a livello economico, ma che risente ancora di una “ferita” politica che trent'anni di un fascismo più soft non sono riusciti a ricucire.

Lo scrittore romanzo è molto bravo nel fondere l'Italia degli anni Settanta che la Storia ci ha consegnato – con tanto di movimenti studenteschi, terrorismo, lotta di classe e sociale tipica di quegli anni – a quella di una possibile realtà alternativa in cui l'unica dittatura conosciuta dal nostro Paese non è crollata sotto i colpi della Seconda Guerra Mondiale, ma è arrivata indenne fino alla metà degli anni Settanta.

La prosa di Stocco si muove agilmente tra cronaca giornalistica e l'asciuttezza richiesta da un romanzo che comunque si può considerare a tutti gli effetti sia un romanzo storico sia un thriller politico, con un meccanismo ad orologeria e tanti colpi di scena nella trama ben programmati ed eseguiti.

Sorprendente anche il secondo romanzo, dal titolo Dea del caos (anche questo romanzo ripubblicato di recente da Delos Digital) e seguito diretto di Nero italiano. Non possiamo dilungarci sulla trama per non svelare anche retroscena del primo romanzo, ma quel che possiamo dire è che Dea del caos non è un semplice e riduttivo seguito, ma un romanzo che pur presentando i medesimi personaggi, è più ambizioso del primo, sia nella trama sia nello stile che l'autore riesce a mettere in campo. Sono passati trent'anni e Marco Diletti è in pensione ed ha una figlia, anch'essa giornalista. L'Italia è divisa in tre aree, geografiche e politiche e la vicenda, che vede Diletti e la figlia Bianca come protagonisti, è ambientata tra Genova, Roma e il Medio Oriente. Anche qui a farla da padrona nella trama, oltre alla Storia Alternativa, è il thriller, perché Marco diletti possiede qualcosa che può cambiare le sorti non solo dell'Italia, ma anche di altre aree del mondo.

Stocco con questo secondo capitolo dell'Italia alternativa ci regala un protagonista non solo più vecchio di trent'anni, ma anche più “umano” rispetto a quello di Nero italiano. Nel primo romanzo Diletti è un arrivista, uno che vorrebbe manipolare il suo tempo e chi gli sta intorno, ma che non riesce sempre nei suoi intenti. È comunque un uomo arido, pronto a tutto pur di raggiungere gli obiettivi professionali o della vita che si è prefissato, senza accorgersi di chi gli sta intorno e di chi gli vuole bene. Con Dea del caos, invece, Diletti ha cresciuto una figlia da solo, e il cambiamento profondo del personaggio si vede e ci sta tutto.

Da questo romanzo il regista Lorenzo Costa ha tratto un adattamento per il palcoscenico che è stato messo in scena dal Teatro Garage di Genova nel 2006 e nel 2007. Nel 2006, inoltre, lo scrittore di Nero italiano vince l'ultima edizione del “premio Alien” con il racconto L'Ospite.

Al terzo romanzo, chi si aspettava un'opera sempre all'insegna dell'ucronia resta spiazzato, perché lo scrittore romano presenta una storia di fantascienza pura,

seppur contaminata blandamente con la detective story. Figlio della schiera, uscito per Chinaski nel 2007 e ora ripubblicato da Delos Digital in ebook, è ambientato in un futuro lontano, in cui in una Terra post-apocalittica sottoterra vive una razza di roditori senzienti. Fjjk figlio di Okjieko, anatomista capo di Bavel, è uno di loro e sopra il suo tavolo da lavoro si ritrova il corpo di una schiava, di cui deve effettuare l'autopsia. La sua razza è completamente diversa da quella degli schiavi, a cominciare dal fatto che la mano della donna ha il pollice opponibile, a differenza di Fjjk e dei suoi simili. La donna sembrerebbe essere stata uccisa da un suo simile, quindi in possesso del pollice opponibile. Ma chi può aver ucciso un essere inferiore che funge anche da cibo per quelli come Fjjk? Da questa domanda, che ha tutta l'aria di essere un quesito classico della letteratura gialla, parte la storia, che racconta di un mondo in cui la razza dominante deve fare i conti con degli esseri viventi che hanno abitato il pianeta prima di loro e che, forse, non sono del tutto scomparsi per sempre. Fjjk figlio di Okjieko farà chiarezza sul mistero, ma alla fine ci sarà un prezzo da pagare.

La bravura di uno scrittore è anche quella di dimostrare di non saper scrivere lo stesso genere di romanzo e Stocco supera la prova sia con Figlio della schiera sia con il successivo romanzo.

Nel 2008, esce Dalle mie ceneri, quarto romanzo dello scrittore romano, che inaugura come primo italiano la collana Odissea della Delos Books curata all'epoca da Gianfranco Viviani.

Ambientato nel 2015, l'opera si presenta come un thriller futuristico, anche se con uno sfondo ucronico. Protagonista della storia è Enrico De Luca, detto Rico, un reduce italiano della guerra tra Argentina e Regno Unito per il possesso delle isole Mavine (o isole ‎Falkland), che nella nostra storia è stata vinta dal Regno Unito mentre nell'ucronia dello scrittore romano ha prevalso la nazione sudamericana. E proprio l'Argentina ha dato vita insieme al Cile al Cono Sur, una nuova e più potente nazione, a guida socialista, nata anche grazie al fallito golpe di Pinochet in Cile. Anche l'Europa è guidata da governi socialisti, mentre gli Stati Uniti sono stai lacerati da un attentato che ha raso al suolo Washington.

Rico è un barbone che vive di espedienti, anche perché non ha una mano, persa durante la guerra. In realtà è anche un hacker, in grado di recuperare illegalmente dati dalle banche informatiche di tutto il mondo. Proprio quest'ultima sua abilità è quella che qualcuno vuole utilizzare per raccogliere prove di qualcosa che potrebbe scuotere le fondamenta del Cono Sur: l'uso di torture e omicidi mirati da parte del governo socialista, e da tutti ritenuto democratico, in continuità con le precedenti dittature fasciste. A Rico vengono promessi soldi e viene soprattutto restituito l'uso della mano monca, grazie a nano-molecole che hanno ricostruito l'arto, in cambio del furto sulla rete delle prove del coinvolgimento del governo negli omicidi politici. Grazie anche all'aiuto di un suo vecchio commilitone italiano e ora influente giornalista, il nostro eroe riesce a trovare le informazioni e si mette anche sulle tracce dell'ex presidente argentino Raúl Ricardo Alfonsín, ora esiliato nel Senegal. Ma come Rico avrà modo di scoprire alla fine della storia, in realtà dietro lo scandalo che metterà in subbuglio il Cono Sur c'è una minaccia molto più grande e terribile che riguarda l'intero genere umano.

Pur nella brevità dell'opera, Stocco riesce a disegnare non solo una realtà e una storia molto credibili, ma ci restituisce un personaggio tormentato, un reduce di guerra che non riesce – o forse non vuole fino in fondo – reinserirsi nella società, con un ruolo e un'identità ben precisa. Non è molto convinto della possibilità che gli viene offerta di poter tornare ad una vita dignitosa, ma usare nuovamente la mano, grazie alla nanotecnologia, è un'opportunità che non vuole perdere.

Qui, l'autore romano riflette anche sul tema della mutazione del corpo umano, che diventa sempre più postumano grazie proprio alle moderne tecnologie. Uno sguardo lucido, dunque, anche sule nuove tendenze della fantascienza internazionale che ha fatto proprio del tema della postumanità uno dei suoi cavalli di battaglia, a partire da scrittori come il britannico Charles Stross.

Di stampo puramente ucronico sono invece le due successive opere: Nuovo mondo, uscito per Bietti nel 2010 e ora riproposto dalla Delos Digital, e La corona perduta (Cordero, 2013). Nel primo romanzo, Stocco immagina che i vichinghi hanno instaurato un impero che va dal Nord Europa a Costantinopoli, ma che ha raggiunto perfino l'America. E proprio quando Cristoforo Colombo, il 12 ottobre del 1492, tenterà di metterci piede con le sue caravelle partite dalla Spagna, viene respinto da una nave vichinga. Sarà così costretto a tornare in Spagna e a tentare un nuovo sbarco, con un galeone ben armato e in compagnia anche di Leonardo Da Vinci, che in realtà ha sia il compito di aiutarlo sia di sorvegliare le mosse del grande navigatore.

Con quest'opera, Stocco ci offre una prova di grande maturità, perché riesce a destreggiarsi non solo nel romanzo ucronico ma anche tout court in quello storico, e per l'ottima caratterizzazione dei personaggi realmente esistiti (Colombo e Leonardo Da Vinci in primis), senza dimenticare le ambientazioni molto curate nei dettagli. La trama è avvincente e la prosa fluida, due elementi che legano il lettore alla storia pagina dopo pagina.

Anche La corona perduta affonda le sue radici nella Storia con la S maiuscola. Napoleone è morto da giovane, durante la Campagna d'Italia del 1796. Ne consegue che la Rivoluzione Francese abortisce prima della nascita dell'impero, la società aristocratica viene restaurata in modo molto più integrale e integralista nel 1815 della nostra linea temporale. Genova è ancora una repubblica autonoma e riesce ad accaparrarsi, insieme ad altre nazioni europee, proprio alcuni territori della Francia. Arrivati al nostro tempo, il 2006, la Spagna dei Borboni è la nazione che domina sull'Europa, e si batte per la restaurazione assolutista nell'Europa dell'Est. La città ligure èal centro di una complessa rete diplomatica internazionale, e medierà in un conflitto di portata mondiale. Personaggi storici e immaginari si susseguono con ritmo frenetico, dal protagonista Gian Filippo Spinola, a metà tra il marchese del Grillo e l'agente 007, a papa Giulio IV, con i suoi tormenti personali e l'addestramento paramilitare, fino al re d'Inghilterra Guglielmo IV e al re di Spagna Carlo VI di Borbone.

Anche qui, l'autore di Nero italiano riesce efficacemente e a tessere le fila di una trama articolata e storicamente plausibile, regalando al lettore un presente alternativo al nostro degno dei migliori romanzi del maestro del genere, l'americano Harry Turtledove.

Tra questi ultimi due romanzi ucronici, Stocco pubblica nel 2012 per 0111 Edizioni anche un noir, con tanto di commissario e serial killer, dal titolo Dolly.

Torna, invece, alla fantascienza quest'anno, dopo un silenzio durato circa cinque anni, pubblicando per Delos Digital – nella collana “Futuro Presente” curata da Giulia Abbate ed Elena di Fazio – un racconto lungo dal titolo Rigenerazione.

Siamo in un futuro in cui l'umanità è sopravvissuta a una sorte di catastrofe,

definita la Svolta, e la società è divisa in due classi: le persone e i cosi. I cosi sono essenzialmente degli schiavi, utili quasi esclusivamente nel lavoro manuale, ma prima di diventare cosi erano delle persone. Leda, la protagonista della storia, è una rigeneratrice, una persona che trasforma i suoi simili in cosi quando sono morti. Si trasformano in esseri con l'iride degli occhi color oro, con una pelle pallida e di colore bluastro, grossi fisicamente e puzzano di marcio e soprattutto non hanno sentimenti e non sanno ragionare. Vengono preventivamente programmati per il lavoro che devono svolgere e questo fanno per tutta la vita. Un giorno, Leda viene chiamata da Ruben, un suo amico, che le mostra un coso malato, ma che ha anche una particolarità unica: sembra parlare, o meglio emette dei versi, sempre gli stessi, che in teoria non dovrebbe articolare. Più avanti, Leda si reca in una fabbrica per visitare un coso che si è ammalato e dopo lo incontra fuori la fabbrica, costringendo la rigeneratrice a inseguirlo. Leda si ritrova in una zona abbandonata della città, dove scopre che i cosi vivono come se appartenessero ad una comunità. E questo è solo l'inizio, perché alla donna verrà mostrata una realtà che pensava essere impossibile.

Con questa storia, Stocco ritorna alla fantascienza pura. La società ideata dalla scrittore romano è la classica distopica, divisa in padroni e gli schiavi, che la storia dell'umanità ben conosce. I cosi non dovrebbero parlare, provare dolore e possedere nessun processo cognitivo, capaci cioè di pensare sulla base anche dell'esperienza. Leda scoprirà che non è così, anzi gli schiavi sono addirittura in grado di percepire un “senso” oltre la vita, sviluppando in qualche modo una sorta di religione. Di contro, Leda e i suoi simili fanno parte di un'umanità che ha perso tutti gli elementi di socializzazione: sono pochi, sono dei sopravvissuti a cui i cosi facilitano la vita, ma sono diventati aridi, privi di sentimenti. Una contrapposizione che il finale della storia lascia intuire che verrà superata.

Pur nella modernità della costruzione della trama, l'atmosfera di Rigenerazione ci sembra appartenere alla migliore fantascienza degli anni Cinquanta, quella scritta da Theodore Sturgeon nel suo capolavoro Nascita del Superuomo o in quella di Slan di Alfred van Vogt. Attraverso gli occhi di una “persona normale” il lettore è accompagnato per mano a scoprire un'umanità diversa fisicamente, ma non troppo dal punto di vista “umano” da quella di Leda e dei suoi simili. Umano o non umano: sembra essere questa la domanda fondamentale della storia scritta da Giampietro Stocco. Chi sono gli umani? Leda e i sopravvissuti alla Svolta o i cosi? La risposta la lasciamo a chi vorrà leggere Rigenerazione, ma la domanda è solo retorica.