È solo di qualche settimana fa la notizia “dell’assenza di notizie” del satellite scientifico a raggi X giapponese ASTRO-H, ribattezzato Hitomi (in giapponese "pupilla"). Lanciato lo scorso 17 febbraio, aveva saltato l’appuntamento atteso per il 26 marzo. Nonostante il comunicato del Joint Space Operations Center (JSpOC) statunitense parlasse di un satellite frammentato in cinque pezzi,  JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) si era limitata a commentare communication anomaly, anomalia nelle comunicazioni.

Adesso sembra stata chiarita la situazione, anche se con risvolti “tragici” per l’agenzia spaziale nipponica: Hitomi è stato definitivamente dichiarato fuori contatto e irraggiungibile. I tre segnali radio ricevuti dai tecnici nipponici nei giorni caldi della scomparsa, inizialmente attribuiti al satellite, non provenivano da ASTRO-H.

In una sua nota JAXA ha comunicato che la causa del flop è stato un errore umano, un'anomalia ingegneristica che avrebbe provocato la rapida rotazione del satellite, facendogli perdere l'orientamento. Il sistema automatico di controllo, poi, avrebbe fatto il resto: nel tentativo di gestire il movimento anomalo ha attivato un propulsore nella direzione sbagliata, accelerando la rotazione e provocando la rottura di almeno 5 pezzi di pannelli solari.

Il disastro economico e scientifico è enorme: la “pupilla” giapponese ha richiesto trent'anni di lavoro e più di 240 milioni di euro. Adesso bisognerà attendere il 2028 per il prossimo tentativo.

Se Hitomi avesse proseguito la missione, grazie allo spettrometro ai raggi X in suo possesso (con risoluzione 30 volte maggiore degli strumenti precedenti), avrebbe fatto sicuramente un buon lavoro, così come ha dimostrato nelle poche immagini che ci ha lasciato prima di “abbandonarci” : foto di rara bellezza dei movimenti di gas in un ammasso della costellazione di Perseo.

Per i giapponesi un amaro bigliettino trovato nel loro cioccolatino: “ritenta, sarai più fortunato”.