Con la sua Lucy (Scarlett Johansson) Luc Besson ha rappresentato una volta di più il suo amore per il fantastico e per i personaggi femminili forti dopo Il Quinto Elemento, senza contare che con un incasso mondiale di 463 milioni di dollari a fronte di un budget di 40, ha anche dimostrato che un film con una protagonista femminile assoluta può essere un supersuccesso, smentendo tutti i dubbi di major come la Marvel.

E se per Lucy è previsto un sequel al momento senza data ufficiale, Entertainment Weekly è andato a incontrare il regista sul set francese della sua opera più ambiziosa, Valerian and the City of Thousand Planets, per scoprire come tutto sia iniziato e cosa aspettarsi.

Valérian, agent spatio-temporel, o Valérian et Laureline come venne ribattezzata in seguito, è una serie a fumetti creata da Pierre Christin, Jean-Claude Mézières e Évelyne Tranlé e pubblicata su Pilot dal 1967. Si tratta di una saga di fantascienza avventurosa ambientata in un lontano futuro in cui la Terra è diventata una potenza galattica. Star Wars ha molti aspetti in comune, tanto che in Francia alla sua prima proiezione nel 1977 ci fu chi lo definì "un adattamento di Valerian".

A metà strada

Domani avremo raggiunto la realizzazione di metà del film. Avevo previsto 98 giorni di riprese ma ne ho già risparmiati due e a livello narrativo sono molto felice.

Di solito sono scettico finché non vedo il risultato finale durante la post-produzione, ma quello che più mi premeva era riuscire a far funzionare Valerian e Laureline come una coppia alla pari e una volta ottenuto questo, mi sono sentito al sicuro.

I protagonisti

Dane DeHaan e Cara Delevingne hanno cliccato immediatamente, si sono collegati tra loro. Dane per me era un genio già da prima di conoscerlo, Cara è un talento che sta prendendo il volo in questi anni e diventerà una superstar.

Lo schermo dei sogni

Non è difficile per me lavorare avendo davanti solo un blue-screen. Ho iniziato a scrivere questo film quando avevo tredici anni, ma se aprivo la finestra della mia camera, fuori vedevo solo pascoli e mucche e questo spingeva la mia immaginazione, perché volevo fuggire dalla realtà. 

Ho iniziato a leggere Valerian quando avevo dieci anni e all'epoca non c'era internet, diamine non avevamo nemmeno la tv in casa, avevo solo la mia fantasia. Per cui quando guardo il blue-screen in realtà io vedo tutto il mondo che ho immaginato.

Il primo amore

Negli anni '70 la fantascienza dalle mie parti era alquanto rara e le eroine femminili ancora di più, per cui fu di Laureline che mi innamorai. Lei era tosta, non il tipo che dice sempre sì al protagonista maschile. È questo che amavo di lei.

Tutto merito di Avatar

Jean Claude Mézèries, il padre di Valerian, lavorò per un anno alla produzione del Quinto Elemento e per tutto il tempo mi chiedeva "perché non fai un film su Valerian?" e io gli rispondevo che non potevamo. C'erano dieci/dodici personaggi umani e il resto erano alieni, non c'era ancora la tecnologia, dovevamo aspettare Avatar.

E quando lo vidi, per prima cosa buttai nel cestino la mia sceneggiatura di Valerian! Ne fui ispirato e James Cameron mi invitò perfino sul set. Gli feci delle domande a cui rispose con piacere perché è quel tipo di regista che ama condividere le sue conoscenze. È stato lui a farmi progredire nella realizzazione del mio progetto.

La seconda volta è la migliore

Riscrivendo la sceneggiatura mi sono sentito molto più libero, ho approfondito la storia rendendola molto più reale, più umana. Se anche non vi piace la fantascienza, voglio che vi piaccia Valerian.

E soprattutto mi sono detto: Scrivi tutto quello che desideri, prima che qualcuno ti dica che è impossibile. Rendi tutto supercomplicato, con alieni e robot ma fallo sembrare semplice come una danza.

Segui la storia ed è fluida, selvaggia, divertente. Non è profonda o complicata, è supersofisticata ma sembra semplice. È come un cocktail in cui non senti l'alcool.

Prima dell'inizio

Questa foto di scena è legata alla prima missione, all'inizio del film. Un po' come nei film di James Bond, dove c'è sempre una pre-missione prima dei titoli di testa.

In quel momento sono travestiti ma soprattutto sono in fuga e il modo in cui lo fanno è molto divertente.

Il robottone

Quel grosso robot nero che vedete nell'altra foto è K-Tron, un poliziotto. Non puoi discutere con lui, non puoi cercare di parlarci. Ce ne sono a centinaia nel film, sono una sorta di polizia militare.

Un'epica ricerca dei costumi di scena

Abbiamo cominciato tre anni fa partendo da seimila candidati stilisti da tutto il mondo. Ne abbiamo poi scelti dieci e cinque di loro hanno lavorato per un anno sulla realizzazione dei costumi, metà da loro e metà da Olivier Bèriot, che è il costumista principale. 

Abbiamo anche lanciato un concorso, selezionando i 20 migliori costumi, che sono entrati a far parte del film. È stato un procedimento lungo e complicato.

Il mistero

Nel film ci sono attori come John Goodman, Ethan Hawke, Rihanna e Clive Owen, ma non è così semplice definire chi è il cattivo.

La principale differenza tra il mio film e quelli della Marvel è nella loro struttura narrativa dopo cinque minuti sai chi è il cattivo. Sono film super ben fatti, ma questo schema non mi piace affatto.

In Valerian ci sono due agenti e ovviamente c'è una investigazione, ma non sai chi è il cattivo finché non arrivi alla fine, perché è di fatto un'investigazione, e loro non sanno mai bene chi hanno davanti.

Lo spunto narrativo

C'è tutto il sapore del fumetto originale, ma è un film di due ore contro i ventinove archi narrativi della saga a fumetti. Ho preso l'essenziale, ma sono andato in altri mondi. Ma chi conosce il fumetto, vedendo il film dirà "ah si ricordo questo, e questo", c'è una parte consistente della storia e i personaggi sono rappresentati alla perfezione.

Valerian and the City of Thousand Planets arriverà nei cinema il 21 luglio 2017 e per Besson vuole essere l'inizio di una nuova, epica saga cinematografica.