Di Lavie Tidhar sappiamo che ha trentotto anni, che è nato nel kibbutz israeliano di Hebrew e che ha soggiornato praticamente in ogni continente. E che nel 2001 si è imposto all'attenzione internazionale con il suo romanzo Wanted, in cui raccontava di intrighi segreti in un mondo in cui Osama Bin Laden era solo il personaggio di una serie di romanzi e l'11 settembre non era mai accaduto; libro per il quale Tidhar ha ricevuto nomination ai premi BSFA, Sidewise e John W. Campbell. Da qualche settimana è uscito sul mercato anglosassone il suo nuovo romanzo, che ha già suscitato attenzione e critiche positive.

A Man Lies Dreaming, questo è il titolo, racconta di Wolf, un investigatore privato cinico e male in arnese che svolge il suo lavoro in una Londra del 1939, brulicante di profughi austriaci e tedeschi scacciati dall'Europa dopo la Caduta che ha portato alla dissoluzione dei due stati. In quel 1939 la seconda guerra mondiale non c'è mai stata, e quando una ricca ereditiera ebrea ingaggia Wolf per trovare la sorella scomparsa, il detective mette da parte il suo odio per gli ebrei e si immerge nelle squallide periferie londinesi alla scoperta di un mondo devastante. Ma A Man Lies Dreaming racconta anche di Shomer, uno scrittore ebreo di romanzi pulp rinchiuso ad Auschwitz, che per fuggire all'incubo del campo sogna la storia di un detective privato che una volta era stato un dittatore nazista... Finché le due realtà si mescolano e non si sa più chi stia sognando chi.

Dopo la serie fantasy The Bookman, il romanzo a base di supereroi The Violent Century e la fantascienza distopica della graphic novel Martian Sands (nessuno di questi è stato tradotto in italiano, ed è un peccato), Tidhar torna al tema delle realtà alternative che si mescolano, come era stato per Wanted, e usa questo stratagemma per trattare un argomento sensibile come l'Olocausto, che pesa enormemente sulla storia degli ebrei. E come tutti i romanzi ucronici, racconta una storia di confine, in cui fantasia e reale si fondono fino a formare un continuum in cui tutto è plausibile e possibile.

Come detto il romanzo è uscito già da qualche settimana e le prime recensioni uscite sono largamente positive, tanto che c'è chi si azzarda a definirlo, magari esagerando un po', come un nuovo capolavoro. Certo è che si tratta di un romanzo interessante, e l'ennesima conferma di un autore che, da Wanted in poi, è stato accostato per inventiva e profondità al miglior Philip K. Dick. Anche qui, forse, esagerando un po'.