Orwell e l’ombra lunga del totalitarismo. La fattoria degli animali e 1984 è il titolo dell’incontro curato dal docente di storia e filosofia Gianni D’Amo, in programma questa sera alle 21, al Teatro comunale filodrammatici di Piacenza, dove prosegue il progetto Orwell 2010. Cinema – Teatro – Incontri organizzato da Teatro Gioco Vita in collaborazione con Cittàcomune, associazione politico-culturale presieduta dallo scrittore Piergiorgio Bellocchio, percorso inserito nel programma InFormazione Teatrale proposto dal Teatro stabile di innovazione diretto da Diego Maj con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

L’ingresso è gratuito.

A spiegare i contenuti dell’incontro è il curatore della serata, Gianni D’Amo: "Diversamente dal consolidato luogo comune che la circoscrive agli ultimi anni della sua vita e opera (La fattoria degli animali è pubblicata nel 1945, 1984 nel 1949), la critica del totalitarimo in George Orwell (e non solo di quello fascista e comunista) data almeno dall’esperienza spagnola, ma è chiaramente rintracciabile anche in testi precedenti. Forse solo Simone Weil può costituire un adeguato termine di paragone, per tempestività e lucidità, nella capacità di individuare già a metà degli anni Trenta la vena profonda dell’ombra lunga totalitaria. In questo periodo, per esempio in racconti di ambientazione birmana come Un’impiccagione e L’uccisione dell’elefante, Orwell mette a fuoco il nesso tra totalitarismo e imperialismo (su cui insisterà poi Hannah Arendt nel suo monumentale Le origini del totalitarismo, 1951)".

"Ma c’è un altro, decisivo aspetto - prosegue D’Amo - che li accomuna: la “politica della verità", che Pietro Costa ha individuato in un recente saggio come il tratto distintivo dell’esperienza umana e letteraria di Orwell, è la stessa che faceva scrivere alla Arendt: "Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione tra realtà e finzione, fra vero e falso, non esiste più". Animal farm è una favola satirica perfetta, in cui la sapienza stilistica sa restituire, a un lettore attento e interessato, una galleria antropologico-sociale di permanente validità e - insieme - i protagonisti storici della rivoluzione sovietica, responsabili della sua progressiva e tragica degenerazione. Assai più problematica è invece la contestualizzazione storica di un libro complesso e pluristratificato come 1984. Se il totalitarismo per Orwell è il venir meno negli individui della capacità di esperienza e di pensiero, risultato della perdita del contatto con i propri simili e con la realtà circostante, è lecito domandarsi: siamo sicuri che valanghe di frasi fatte e montagne di immagini virtuali non occupino oggi la nostra vita addirittura più pervasivamente che nella cupa anti-utopia orwelliana?".

La programmazione di Orwell 2010 proseguirà giovedì 28 ottobre con lo spettacolo 1984 realizzato dalla compagnia Gli Incauti – Libera associazione teatrale, regia di Simone Toni. Infine, chiusura con il cinema: in programma Brazil di Terry Gilliam (Gb-Usa 1985), presentazione di Riccardo Anselmi.