Lo stato della fantascienza italiana in questo momento, almeno per la qualità delle opere è molto buono. Purtroppo la ristrettezza del mercato fa sì che risulti poco la varietà delle proposte (se si pubblicano tre romanzi l'anno, è molto facile che rientrino tutti nello stesso sottogenere o, che a fronte di un due su tre, sembri che la maggioranza degli scrittori italiani si occupi di un sottogenere in particolare). Il punto, ancora prima che sull'intervenire sul grosso pubblico, dovrebbe essere l'intervenire sul pubblico specializzato. Anche se meno del passato, continua comunque a permanere tra gli appassionati una quota non trascurabile di diffidenza verso gli autori italiani, cosa che riduce ancora di più il mercato, visto che l'editore specializzato volendo pubblicare fantascienza italiana è costretto a pubblicarla sporadicamente, ben intervallata con opere di fantascienza anglofona. Visto che non si può andare in giro casa per casa a prendere a ceffoni i lettori, bisogna che l'autore si metta in ascolto del pubblico, non rimanga legato alle proprie convinzioni pensando che siano
Sono scettico sulla possibilità di arrivare a un pubblico più ampio, al di fuori dell'editoria specializzata. Da questo punto di vista la fantascienza italiana è interna alla fantascienza: se in sessanta anni di fantascienza (almeno in Italia), tranne una manciata di casi la fantascienza è rimasta appannaggio dell'editoria specializzata, una ragione evidentemente deve esserci. Si possono trovare strade di confine, che in genere finiscono per scontentare tutti, ma o si fa fantascienza, o non la si fa, quindi è molto difficile superare i preconcetti degli editori. Teniamo comunque presente che scrivere per il grosso pubblico o scrivere per il pubblico degli appassionati sono due attività differenti e lo scrittore dovrebbe stabilire a priori a chi vuole dedicarsi. E teniamo presente anche che nell'editoria generalista la concorrenza è ancora peggiore di quella che si può trovare nel campo della fantascienza. e non necessariamente le vendite per un romanzo non di successo sono migliori.















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