Ricerca: «recensione di È colpa nostra»
Le balle di Ballard
Ridendo e scherzando, cari perfidi lettori, la vostra rubrica preferita ha compiuto un anno di vita. E' stato (parafrasando una nota pellicola statunitense) un anno vissuto parodisticamente: in questi mesi abbiamo osato irridere e beffeggiare i mostri sacri della fantascienza internazionale, da Asimov a Clarke, da Gibson a Dick, da Heinlein alla LeGuin. Ma, naturalmente, non finisce qui: molte altre potenziali vittime attendono inconsapevoli gli artigli della nostra satira. Accendiamo dunque la candelina (il candelotto?) commemorativa aggiungendo alla collezione dei vasetti sotto spirito l'albionico profeta dell'inner space, l'inesausto cantore di scenari catastrofici, l'evocativo, poetico, intimista e metafisico James Graham Ballard
LeggiTutto quello che avreste voluto sapere sugli Chtorr...
...e non avete mai osato chiedere. Ecco ciò che "Sotto Spirito" vi rivelerà, senza veli e senza pudore alcuno, nella puntata di questo mese. Ai deboli di memoria, ai colpevolmente ignari, ai navigatori erroneamente finiti su queste pagine cercando magari il sito di Penthouse, ai turisti di passaggio che non sappiano cosa diavolo siano gli Chtorr, a tutti costoro va (oltre che la nostra più profonda compassione) il perentorio ordine di scoprire e leggere la saga SF capolavoro della nostra vittima di turno, il bravo e fortunato scrittore americano David Gerrold
LeggiHarlock
Siete pronti per un nuovo tuffo nel passato? Bene, questo mese la vostra rubrica preferita vi offre una seconda occasione per scrollarvi di dosso il peso degli anni, e di tornare come per incanto ai tempi della vostra (nostra?) giovinezza, i tempi mitici di quando portavamo i calzoni corti, andavamo a scuola, giocavamo a pallone nel cortile sotto casa e ignoravamo che il futuro avrebbe avuto le vesti tristi dell'AIDS e dei telefonini cellulari. Rammentate quei tempi, quei pomeriggi appannati e rimpianti trascorsi a colorare lo schermo del TV coi nostri sogni di cartone? Uno dei padroni del piccolo schermo di quei giorni, lo ricorderete, era un certo pirata dal mantello nero e dalla benda sull'occhio, un pirata buono e silenzioso, che solcava i cieli e lo spazio piuttosto che gli oceani. Chi fosse troppo giovane o troppo insensibile per rammentarlo, si levi dunque il cappello, perché parleremo proprio di lui, di Harlock
LeggiColonne sonore fantastiche
Da sempre la fantascienza e - più in generale - il cinema fantastico e d'avventura sono stati legati a doppia mandata alle musiche originali dei film che oltre a essere la colonna sonora delle pellicole in questione, sono diventate anche il sottofondo della nostra vita.
LeggiTau Ceti IV Convention 1998 20
Forse non tutti sanno che in Sardegna c'è un fandom attivissimo. A Sassari in particolare viene pubblicata un'ottima fanzine, e ogni anno viene allestita una vera e propria convention. La nostra inviata è andata a dare un'occhiata.
LeggiDiscussioni
Questo spazio non sarà, assolutamente, uno spazio fisso. Tuttavia, visto che il nostro editoriale del mese scorso ha suscitato qualche dissidio, ci sembra giusto lasciare lo spazio per la replica al diretto interessato. Non vogliamo replicare punto per punto perché non ci sembra il caso di portare avanti ulteriormente la polemica, sebbene De Turris in qualche punto ci attribuisca affermazioni ben lontane dalle nostre. Un paio di cose le dobbiamo annotare: De Turris fa riferimento più volte alla nostra età, che non è così tenera come sembra supporre (le nostre prime fanzine di fantascienza risalgono a quasi vent'anni fa); ribadiamo inoltre che la nostra critica non era a De Turris come persona ma all'articolo di De Turris, che in quel contesto - un numero celebrativo di Urania - ci sembrava fuori luogo e abbiamo scritto perché. Per quanto riguarda poi l'accusa di vivere di ciberspazio e non accorgerci di cosa accade nel mondo dell'editoria, credo che rispondano bene i trentatré numeri di Delos sotto gli occhi di tutti. Infine perché non notare, nella nostra costante difesa del mezzo elettronico, che nessuna rivista cartacea avrebbe pubblicato integralmente una risposta di sei cartelle a un editoriale di poche righe? Per tutto il resto lasciamo il giudizio ai lettori.
LeggiAldo Carotenuto: la nostra ossessione preferita
Aldo Carotenuto è uno dei maggiori conoscitori e studiosi del pensiero di Jung. Autore di numerosi saggi (I sotterranei dell'anima, La strategia di Peter Pan, La chiamata del Daimon, sono solo alcuni titoli) su svariate tematiche presenti all'interno della psicanalisi. Carotenuto ha pubblicato, recentemente, presso Bompiani Il fascino discreto dell'orrore (pagine 377, lire 16.000) saggio dedicato all'arte, al cinema e alla letteratura fantastica. Un viaggio e uno studio del fantastico e dell' horror da Poe a Stephen King, da Kafka a Bosch.
LeggiScacco doppio
Racconto di Lino Aldani
Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.
LeggiQuod erat demonstrandum 2
Racconto di Pier Luigi Ubezio
Il secondo racconto presente in questo venticinquesimo numero di Delos è frutto di una mia scelta, ma a sua volta era stato inviato a Silvio per essere giudicato dal mitico direttore della nostra rivista (dovevo dirlo, soprattutto la faccenda del mitico, altrimenti mi aspettava la sedia... elettronica), e io ho deciso di inserirlo in questo numero più che altro per assonanza di atmosfere con il racconto di Colombo. Non è affatto male, un modo abbastanza suggestivo e originale (soprattutto personale) di rivisitare il vecchio cliché di Lucifero. Lo stile è pulito e secco, anche se un po' spartano, e in certi punti risente di cadute di tono a mio avviso imputabili all'inesperienza dell'autore (inesperienza professionale, intendo dire), ma nell'insieme è certamente godibile e ci riporta a una narrativa fantastica legata ai lavori di Thomas Dish o di L. Sprague de Camp, uniformandosi alle caratteristiche del racconto precedente e dedicando questo numero di Delos alle componenti più oscure e misticheggianti della letteratura del fantastico. Solo un'annotazione: io avrei cambiato il titolo, ma poi mi sono reso conto che quello che mi era venuto in mente era così bello che ho deciso di utilizzarlo per un mio racconto. Grazie a Ubezio per l'ispirazione, ma che non si parli di appropriazione indebita.
LeggiAntonio Bellomi, il fanciullo dello spazio 2
La pregevolissima storia della fantascienza italiana di Vittorio Curtoni (Le frontiere dell'ignoto, Editrice Nord) contiene un'unica omissione degna di nota. Salvo una sintetica menzione in nota, non dedica nessun capitolo alla copiosissima produzione di Antonio Bellomi, il più esuberante, entusiasta e prolifico scrittore, curatore, agente letterario, editore, fan, promotore e chi più ne ha più ne metta della nostra sf.
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