È stato pubblicato negli Stati Uniti, A man without a country, l’ultimo libro di Kurt Vonnegut. Si tratta di una sorta di diario, in cui l'autore di Mattatoio n. 5 e di Ghiaccio Nove, parla sulla sua vita e dell’attuale situazione mondiale. Vonnegut comincia il libro raccontando di come, all’inizio della sua carriera, sia diventato un famoso scrittore di fantascienza e della genesi di Mattatoio n. 5, sicuramente il suo più famoso romanzo. Con il tono umoristico che lo ha sempre contraddistinto, lo scrittore americano ci svela anche il suo pensiero sulla religione, sulla tecnologie e sulla politica. Temi che si ritrovano ampiamente anche nelle sue opere.

Attraverso la lama affilata del sarcasmo, Vonnegut con i suoi romanzi ha messo in discussione la società del ventesimo secolo, in quasi tutti i suoi aspetti: la scienza, apparentemente fonte di progresso, ma spesso sinonimo di distruzione di massa; la religione, considerata niente di più che un buon metodo per nascondere la realtà alla gente; la lucida follia che sembra animare l’establishment politico-militare dei vari paesi. Bersaglio diretto resta comunque l’America, almeno quella parte del paese che non perde l’occasione per ergersi a difesa del mondo.

Per Vonnegut va sicuramente stretta la definizione di scrittore di fantascienza. Romanzi come Le Sirene di Titano, Mattatoio 5 e Dio la benedica, signor Rosewater testimoniano della grandezza di questo scrittore, al di là di possibili classificazioni del suo genio e delle sue opere. Ma non c’è dubbio che l’apporto che Vonnegut ha dato al genere è da considerarsi notevole e originale.