Nel Regno Unito del futuro, diventato uno stato totalitario, un sofisticato ribelle mascherato da del filo del torcere ai filo nazisti che hanno privato della libertà i suoi concittadini... Questa, in due righe, la vicenda raccontata in V per Vendetta, il film sceneggiato e prodotto dai matrixiani fratelli Wachowski e tratto dall’acclamato romanzo a fumetti di Alan Moore e David Lloyd. L’attesa pellicola, diretta dall’australiano James McTeigue, dopo qualche mese di rinvio è finalmente arrivata sugli schermi mondiali.

L’accoglienza della critica è stata complessivamente positiva tant’è che il sito specializzato Rotten Tomatoes segnala che il 75% delle recensioni sono positive, con una media indicativa di 6.9/10. In molti si sono chiesti se il film è puro intrattenimento oppure le ha anche un messaggio per gli spettatori. R. Ebert sul Chicago Sun Times si domanda: “Questo film è una parabola sul 2006, un racconto d’ammonimento o pura fantasia?” M. Dargis sul New York Times si pone interrogativi simili: “Quest’uomo mascherato che vuole far esplodere il Parlamento è Osama bin Laden o Patrick Henry? O solo un clone del Fantasma dell’Opera?” Sul fronte del dilemma morale A. Biancolli sul Houston Chronicle si chiede: “Può un terrorista essere un eroe?” e S. Rea sul Philadelphia Inquirer “È una cosa giusta far saltare in aria edifici in nome della libertà?” Tutti questi punti di domanda tuttavia sembrano rimanere piuttosto sullo sfondo, stando perlomeno alla chiave di lettura offerta da L. Lumenick che sul New York Post scrive che in “V per Vendetta, col suo taglio veloce, la lettura politica è subordinata rispetto al coinvolgente intrattenimento pulp.” Per E.R. Gillespie dell’Atlanta Journal Constiution “si tratta di quel tipo di film che fa appello all’adolescente romantico e un po’ imbranato che è in tutti noi.” Per J. DeFore dell’Hollywood Reporter si tratta di un film “avvincente e ben costruito” e positivo è anche il giudizio di T. Burr che sul Boston Globe scrive che si tratta di “un bel film, drammaticamente potente anche quando inciampa in qualche assurdità.” Per C. Covert del Minneapolis Star Tribune si tratta di un prodotto “avvincente, intelligente e innovativo” e per G. Seymour di Newsday “questo incubo futuristico crea quella sensazione d’inquietudine viscerale che nutrì il culto di Matrix prima che fosse banalizzato dai suoi ipertrofici seguiti.”

J. Siegel dal teleschermo mattutino di Good Morning America chiede con un pizzico d’ironia ai realizzatori: “come fa un uomo solo in un regime totalitario a prendere il controllo della televisione e poi, sempre da solo, a costruire e distribuire 200.000 maschere?” Sul versante totalmente insoddisfatto c’è S. Hunter che sul Washington Post commenta che “V for Vendetta è un esempio di paccottiglia pulp; non ha comprensione alcuna della psicologia del totalitarismo e finisce sempre nel sermone demagogico più spicciolo quando si tratta di motivare il male.” L. Felperin su Variety commenta che “sebbene spesso visivamente efficace e impregnato da intriganti concetti fantascientifici questo adattamento del graphic-novel V for Vendetta risulta piatto come uno storyboard.” Su Rotten Tomatoes il voto di media degli utenti registrati è di 8.3/10 mentre per quelli dell’Internet Movie Data Base il voto di media è 8.2/10, dunque una media molto superiore a quella dei recensori di professione.

Sul fronte italiano il nostro Marco Spagnoli nel suo commento da cinque stelle ha pronosticato su queste pagine (/magazine/film/7496/) che il film è destinato a diventare di culto. Per Roberto Nepoti della Repubblica “Scartate le improbabili implicazioni politiche, la truculenta fiaba orwelliana potrà piacere ai giovani per l'aspetto molto gotico, molto dark; oltre che per la tipologia dell'eroe, sadico, sfortunato e romantico. Però è troppo parlata, moderatamente dinamica e anche un po' deprimente.” Lietta Tornabuoni sulla Stampa scrive che “Il lungo film è ogni tanto un poco stanco ma è recitato benissimo (la voce italiana del protagonista Hugo Weaving è quella di Gabriele Lavia), è intelligente e appassionante.”

Buoni ma certamente non da record gli incassi del primo week end nelle sale. V per Vendetta è al primo posto in Nord America (USA e Canada) con oltre 26 milioni di dollari incassati, al secondo posto in Gran Bretagna (8.5m) mentre in Italia non è andato oltre il terzo posto, con 875.000 Euro.