a cura di

Vittorio Catani

Quando le radici

Rassegna storica della fantascienza italiana Introduzione


E' in edicola il romanzo La notte dei Pitagorici di Claudio Asciuti, premio Urania 1999: un'occasione per proporre questo autore anche nella nostra rubrica.

Nato nel 1956 a Genova (dove tuttora vive e lavora), professore di materie umanistiche nella scuola superiore, attivo nell'ambito della narrativa fantascientifica e fantastica da metà anni Settanta, Asciuti ha recentemente ripreso a scrivere dopo un lungo periodo di silenzio creativo. Si tratta, a nostro avviso, di un autore con peculiari motivi di interesse. A parte le collaborazioni a riviste amatoriali, ha pubblicato racconti, una dozzina di romanzi, numerosi articoli e saggi, e una ventina di saggi in volume (scritti in proprio e/o in collaborazione con altri) su vari argomenti: fantascienza, cinema, politica, psicologia, perfino culinaria; ad ogni modo per notizie bio- e bibliografiche più estese rimandiamo in questo stesso Delos alla nostra intervista ad Asciuti, A volte ritornano.

Segnaliamo anche lo "Speciale" dedicatogli su IntercoM di novembre 1999, http://www.intercom.publinet.it/rivista contenente alcuni tra i suoi più rappresentativi racconti e un'altra intervista, curata da Domenico Gallo (ma diversa come toni da quella che pubblichiamo su Delos.)

Di fronte a tanto materiale improvvisamente disponibile sul personaggio, anche per non... sovraccaricare chi legge, in questa nostra rubrica preferiamo limitarci a presentare una storia brevissima.

Grace Slick vide branchi di lupi correre verso Frisco denuncia già nel titolo uno dei maggiori riferimenti culturali dello scrittore, l'universo del rock. E in questa fantasia-flash ritroviamo in effetti i nomi di personaggi (la Slick e Paul Kantner, dei Jefferson Airplane/Starship) che nella seconda metà degli anni Sessanta furono tra i padri fondatori della rivoluzione dei "figli dei fiori", il Flower Power; alfieri di una straordinaria creatività legata a un modello di vita estremamente libero, con una San Francisco trasformata in gigantesco laboratorio culturale e musicale capace di che influenzare un'intera generazione (e non solo...) attraverso i suoi raduni spontanei denominati Human Be-in, le sue utopie.

Il racconto è un rapido saggio della scrittura visionaria dell'Autore, che si rifà anche ad alcuni esponenti della beat generation (Ginsberg...) o alla new wave fantascientifica (il movimento esploso negli anni Settanta con opere di grandi quali Ballard, Malzberg, Ellison, Farmer, Moorcock e vari altri).

Grace Slick... dà inoltre un'idea del "fantastico" di Asciuti, mescolanza di fantascienza, fantasy, horror, lirismo, delirio, sogno, zone buie. La storia apparve nel 1978 su La Bancarella, interessante mensile culturale genovese diretto da Gualtiero Schiaffino ("Skiaffino"): come più d'uno sciencefictioneer italiano - altra caratteristica da segnalare - Asciuti si è spesso rivolto all'editoria non specializzata, la quale non di rado ha mostrato per i nostri scrittori più interesse della stessa editoria di sf.

Quanto alla trama del racconto, anticiperemo che esso si svolge in un futuro nel quale si tenta un esperimento di modifica del passato al fine di riprogrammare il presente dei protagonisti (l'idea di Asciuti sembra precorrere vagamente il recente Visioni rock, di Shiner); c'è una droga capace di alterare le percezioni ma che, come a volte in Philip Dick, è in grado di modificare anche la realtà; e naturalmente ci sono accenni a canzoni degli Starship: Have you seen the stars tonight?, Holding together, Run with the wolpack ["Corri col branco dei lupi"], e altre.


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