Appollaiata a sessanta metri di altezza, in cima a un razzo Atlas V, la New Horizons è pronta ad affrontare uno dei viaggi più arditi della storia dell'esplorazione spaziale automatica. Oggi, 17 gennaio, si apre infatti la finestra di lancio per la partenza della sonda destinata a raggiungere il pianeta più lontano del Sistema Solare, Plutone, unico pianeta finora mai raggiunto da alcuna sonda e del quale non si hanno immagini, se non quelle non molto significative prese dall'Hubble Space Telescope. La sfida è quindi soprattutto legata all'affidabilità di una sonda che dovrà percorrere oltre cinque miliardi di chilometri in non meno di nove anni. La durata del viaggio è infatti strettamente legata al momento del lancio. Un lancio entro il 3 febbraio consentirà una manovra di fionda gravitazionale con Giove (nel febbraio/marzo 2007) e questo assicurerà un arrivo a destinazione della sonda tra l'estate del 2015 e quella del 2017, mentre un rivio verso gli ultimi giorni della finestra che si chiuderà il 14 febbraio, costringerà la New Horizons a rinunciare a Giove e ad andare direttamente su Plutone, giungendovi così solo tra il 2018 e il 2020. Ciò che è davvero importante, comunque, è che il progetto sia andato a buon fine e che la sonda sia riuscita a prendere il treno del 2006. Plutone infatti si sta lentamente allontanando dal Sole e gli scienziati ritengono che dopo il 2020 la temperatura scenderà sotto i -223 °C provocando il fenomeno di solidificazione della sottile atmosfera del pianeta che vanificherebbe le analisi strumentali. Inoltre le pessime condizioni di illuminazione darebbero grossi problemi nell'acquisizione delle immagini. Anche per questi motivi, la sfida della New Horizons è ancora più importante, perché, se qualcosa andrà storto e la sonda non ce la farà, le condizioni per l'osservazione torneranno ideali soltanto fra due secoli. Grande circa come una piccola automobile, la sonda ha un peso complessivo alla partenza di 478 kg, dei quali 77 sono relativi al carico di idrazina, il propellente liquido che opportunamente espulso da 16 ugelli consentirà le correzioni di rotta del veicolo, e 30 costituiscono il carico scientifico comprendente quattro strumenti principali:

ALICE, un sensibile spettrometro ultravioletto che servirà soprattutto per l'analisi della sottile atmosfera di Plutone;

RALPH, i veri e propri "occhi" della New Horizons che consentiranno di osservare a diverse lunghezze d'onda, sia nel visibile (modulo MVIC) che nell'infrarosso (modulo LEISA), la superficie di Plutone, del suo satellite-compagno Caronte e degli altri oggetti della Fascia di Kuiper che potranno essere incontrati dalla sonda dopo l'incontro principale con Plutone;

REX, un sofisticato circuito elettronico che, accoppiato al sistema di telecomunicazioni, effettuerà analisi delle emissioni radio del pianeta per misurare parametri atmosferici come temperatura e pressione al suolo e densità della ionosfera;

LORRI, un potente telescopio CCD che, nelle condizioni di massimo avvicinamento, potrà riprendere immagini delle superfici con una risoluzione fino a 50 metri.

Gli altri strumenti, che consentiranno di analizzare le proprietà ambientali in una regione così remota dello spazio sono lo SWAP (per analizzare l'entità del vento solare), il PEPPSI (per studiare densità, composizione e natura delle particelle uscenti dall'atmosfera di Plutone) e l'SDC (per contare le particelle di polveri cosmiche che la New Horizons incontrerà durante il suo viaggio). Tutta l'energia necessaria a far funzionare la sonda, compreso il suo sistema di controllo e di guida, è ricavata da un Generatore Termico a Radioisotopi (RTG-Radioisotope Thermoelectric Generator) che, grazie alla differenza di temperatura tra lo spazio e una fonte di calore assicurata da 11 kg di plutonio, può fornire 240 watt di potenza nominale con un consumo stimato di 3.5 watt all'anno.

La dotazione di bordo della New Horizons è curiosamente completata da un Compact Disc contenente i nomi di 430.000 "passeggeri" di tutto il mondo che, essendosi registrati presso il sito ufficiale, potranno così partecipare virtualmente al viaggio. Costata circa 700 milioni di dollari, compreso il lancio e la gestione fino al 2016, la New Horizons è la prima missione del programma della NASA chiamato New Frontiers che prevede l'invio di una serie di sonde di media grandezza per obiettivi scientifici ben precisi. La prossima missione prevista è quella di Juno, sonda che nel 2011 partirà alla volta di Giove per uno studio intensivo della sua atmosfera e del suo nucleo.