Si era partiti da uno studio per alleviare i disturbi dell'epilessia e si è arrivati a una terapia che, potenzialmente, è in grado di debellare la depressione.

Negli anni '90 alcune ricerche svolte negli USA lasciavano sperare che, tramite la stimolazione del nervo vago, si potesse raggiungere una sorta di guarigione dall'epilessia. Si realizzò un apparecchio in tal senso, ma i risultati pratici derivati dal suo uso furono deludenti; ci si accorse in fretta, però, che stimolare il nervo vago risollevava dai drammi della depressione.

Il Vagus Nerve Stimulator (questo il nome dell'oggetto) ha dimensioni piccole, al pari di un orologio da tasca, e va impiantato sotto pelle, alla base del collo; la parte impiantata è biocompatibile e non dà problemi di rigetto. Il suo funzionamento consiste nell'inviare stimoli elettrici ogni 5 minuti, lunghi 30 secondi; la cartina tornasole dell'avvenuta trasmissione dell'impulso può essere un sintomo di raucedine o un abbassamento di voce.

Negli USA, la Food and Drug Administration (l'agenzia americana che regola la diffusione di farmaci e apparecchi medicali) ha dato il suo assenso alla commercializzazione del dispositivo pur ponendo, al momento, delle limitazioni: prima di utilizzare lo stimolatore del nervo vago, infatti, un malato di depressione deve aver attraversato quattro cicli di terapie farmacologiche differenti, senza averne ricavato benefici. In Italia, c'è già chi considera il Vagus Nerve Stimulator come un salvavita, capace di debellare i repentini cali d'umore che la depressione comporta: è il dottor Alberto Albanese, neurologo dell'università cattolica e dell'ospedale Besta di Milano.

Cosa dire ancora? Tenete duro, i tempi in cui tornerete a sorridere sono, probabilmente, dietro l'angolo.