Lo scenario è familiare a qualcuno: sveglia la mattina qualche minuto prima del solito, connessione ai “siti noti” e inizio del download per vedere lo show preferito, che le emittenti della propria Nazione manderanno in onda, nella migliore delle ipotesi, fra un anno, salvo rinvii dovuti a eventi sportivi. Quante volte qualcuno avrebbe preferito pagare qualche euro per poter scaricare in tutta tranquillità l’ultimo episodio del telefilm preferito per vederlo quando lo si desidera, non quando lo impone qualche addetto al palinsesto che nulla sa dei nostri impegni quotidiani? Confermando alcune anticipazioni che circolavano, la BBC ha annunciato che, nel corso dell’ultimo quadrimestre di quest’anno, 5.000 fortunati inglesi, selezionati a caso tra tutti quelli che avevano fatto richiesta, prenderanno parte alla fase di test di iMP (interactive Media Player), che consentirà loro di scaricare via Internet programmi a scelta tra 190 ore di spettacoli televisivi, 310 programmi radiofonici, trasmissioni locali e alcuni film, scelti, per questa fase di test, tra la programmazione della settimana precedente. Successivamente, potrebbero essere disponibili molti programmi dell’archivio dell’emittente britannica. Secondo la BBC, iMP, già ribattezzato l’iTunes televisivo, è destinato diventare uno dei metodi principali di fruizione degli spettacoli televisivi: mentre una certa categoria di spettacoli, come gli eventi sportivi, i notiziari e i reality show necessitano di una trasmissione in diretta, ci sono altri spettacoli di intrattenimento o culturali che possono essere visti in differita, consumando il prodotto quando più aggrada al telespettatore. Il sistema iMP utilizzerà una tecnologia a condivisione di banda, come i programmi peer-to-peer, e il software dovrebbe garantire la permanenza per massimo una settimana del file multimediale sul disco dell’utente. La BBC, conscia del fenomeno di BitTorrent, aveva tentato da tempo di sfruttare in maniera legale il fenomeno del download delle trasmissioni televisive, ma aveva incontrato molti ostacoli da parte dei detentori dei diritti di copia (gli studios di Hollywood), delle associazioni sindacali degli attori e dei produttori indipendenti. Questa prima fase di test servirà, oltre a mettere a punto gli aspetti informatici, a verificare la tenuta degli aspetti legali. L’idea di veicolare varie forme di intrattenimento on demand via la connessione a larga banda era una delle bandiere della new economy di qualche anno fa, esplosa in una bolla speculativa. Oggi abbiamo a disposizione delle linee Internet veramente veloci e una tecnologia che permette di recapitare velocemente a casa di molti abbonati dei prodotti multimediali. La tecnologia è oramai pronta per il mercato, prova ne siano gli investimenti nel settore che stanno facendo i giganti europei delle telecomunicazioni, tra cui Telecom, che inizieranno ad offrire, con ogni probabilità, prodotti multimediali in streaming oppure on demand dalla prossima stagione televisiva.