Dopo Il Signore degli Anelli Viggo Mortensen si lancia in un'altra furibonda cavalcata in una terra piena di nemici pericolosi. L'attore newyorkese di origine danese interpreta Frank T. Hopkins un cow boy realmente esistito e vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. La vita di Hopkins è stata raccontata in libri e articoli, inerenti i cavalli e le loro storie, per quasi 70 anni. Lo sceneggiatore John Fusco ha studiato e fatto ricerche sulla vita di Hopkins per più di 12 anni. Le fonti pubblicate e il lavoro fatto dallo sceneggiatore hanno costituito la base e l'ispirazione per la realizzazione di questo film divertente e abbastanza originale in cui troviamo un uomo alla ricerca della propria identità e - per certi versi - in fuga verso un mondo lontano. Illuminato dalla partecipazione di un come sempre carismatico Omar Sharif Hidalgo pur facendo lontanamente il verso a Indiana Jones sfrutta un nuovo piano narrativo in cui una sorta di antieroe guarda con interesse e rispetto alla cultura araba che affronta in una gara massacrante senza esclusione di colpi. Diretto con l'eleganza che gli conosciamo da Joe Johnston autore dell'indimenticabile Cielo d'ottobre e del trascurabile Jurassic Park III, Hidalgo è una celebrazione del rapporto con la Natura, della necessità di un'alleanza con il mondo animale, della memoria delle tradizioni indiane, ferocemente cancellate dall'uomo bianco. Una storia narrata un po' come accadeva nel cinema degli anni Cinquanta tra avventura e guasconeria, tra momenti di grande ilarità e altri di appassionata difesa della Natura e degli animali. Un film per famiglie, ma anche con un'impostazione spirituale abbastanza insolita per il cinema hollywoodiano.