Il 10 ottobre 1952 usciva in edicola il primo volume della collana I romanzi di Urania (seguito dopo qualche giorno dalla rivista Urania, che però visse solo quattordici numeri). Per settant'anni questa collana ha rappresentato la fantascienza in Italia, con alti e bassi, ma sempre in prima linea per far conoscere questo genere letterario al grande pubblico. Oggi questi settant'anni vengono celebrati dal Corriere della Sera e dalla Gazzetta dello sport, che propongono in allegato una serie speciale di venticinque numeri che ospita grandi capolavori del passato e del presente (il "futuro" è già nel titolo…), con splendide copertine di Franco Brambilla. Tutte le uscite costeranno 6,99 euro (oltre al prezzo del quotidiano) e saranno in edicola a partire dal 2 febbraio, uno alla settimana.

Abbiamo intervistato il direttore di Urania Franco Forte per parlare dell'iniziativa e l'artista Franco Brambilla., e pubblichiamo anche una testimonianza di Valerio Evangelisti, il grande autore che ha esordito proprio su Urania. In coda l'elenco delle uscite.

Intervista con Franco Forte

È bella questa cosa che la Gazzetta dello Sport e Il Corriere della Sera "omaggino" Urania per i suoi settant'anni con questa serie speciale. Ormai abituati all'idea che la fantascienza sia un genere un po' di nicchia ci sembra quasi fin troppo bello. Come mai secondo te hanno avuto questa idea?

Perché l’abbiano avuta sinceramente non lo so, ma di sicuro è specchio del fatto che si stia parlando tanto di fantascienza, negli ultimi tempi. Non mi era mai capitato, da quando sono alla direzione di Urania (luglio 2011) di essere ospite di importanti programmi televisivi RAI, intervistato da giornali di rilievo, vedere Urania che occupa pagine intere su Repubblica, come è accaduto solo nell’ultimo anno. E tutto questo si abbina ad altri due fenomeni interessanti: la diffusione sempre più ampia della science fiction in libreria (per Mondadori sto curando la collana Oscar Draghi Urania che sta ottenendo un successo al di là di ogni mia aspettativa) e, soprattutto, la crescita della narrativa italiana, con una pattuglia di autori che si stanno imponendo all’attenzione del pubblico, dalle pagine di Urania ma anche di tanti piccoli e medi editori che stanno facendo un gran lavoro, puntando soprattutto sulla qualità delle proposte.

Franco Forte
Franco Forte
Un po' come avviene per la collana stessa mi pare che la selezione per questa serie speciale offra un campionario piuttosto vario della fantascienza: classica e moderna, avventurosa e impegnata, grandi successi e opere più ricercate, autori stranieri e italiani. Che criterio hai usato per scegliere questi titoli?

Intanto vorrei che si capisse che non è stato per niente facile. Non si può semplicemente pensare ai bei titoli che ci vengono in mente e schioccare le dita per averli. C’è una delicata e complicatissima trattativa da portare avanti per ciascun titolo, che vede coinvolti parecchi attori: l’editore di Urania, i partner editoriali del Gruppo RCS, gli agenti nazionali e internazionali degli autori, gli scrittori stessi, quando decidono di avere voce in capitolo. E contratti siglati in precedenza che a volte non consentono di muoversi con l’agilità che si vorrebbe. Al netto di tutto questo, che di solito i lettori non considerano (come è giusto che sia, d’altra parte. È il mio lavoro, non il loro), l’esigenza era proprio di trovare un equilibrio fra una serie di fattori, sapendo di avere a disposizione, per il momento, solo 25 uscite. E dunque ho cercato di portare in questa proposta alcuni capolavori assoluti del genere (come Hyperion di Dan Simmons, Il popolo dell’autunno di Bradbury, Oltre l’invisibile di Simak, L’undicesimo comandamento di Lester Del Rey, Neuromante di William Gibson), e alcuni nomi fondamentali della fantascienza di sempre, come Matheson, Asimov e Clarke, che anche se non sono presenti con i loro titoli migliori in assoluto (in questo caso gli impedimenti contrattuali sono risultati impossibili da scavalcare) non potevano non essere presenti nella proposta (e attenzione, alcuni autori che mancano non sono stati esclusi per negligenza o dimenticanza, ma banalmente perché non ci è stato possibile averli). A questi mattoncini indispensabili della collana ci ho aggiunto alcune opere (ma soprattutto autori) che considero fra i migliori del passato (Blish, Leinster, Zelazny, Sheckley) e delle nuove leve che si sono imposte all’attenzione del pubblico (Jemisin, Okorafor, Qiufan, McDonald), senza dimenticare una nutrita pattuglia di scrittori che a mio avviso dovrebbero far venire l’acquolina in bocca agli appassionati di fantascienza (e non solo): Banks, Benford, Stephenson, Bova, la Bujold. Infine, come ciliegine sulla torta, un classico al di là del tempo (La nube purpurea di Shiel) e due esponenti della science fiction italiana, che a mio avviso non potevano mancare: Valerio Evangelisti, con Nicholas Eymerich, inquisitore e Massimo Mongai, con il divertentissimo Memorie di un cuoco d’astronave. Mi auguro di essere riuscito ad accontentare i gusti di tanti, anche se è impossibile gratificare tutti, quando si mette in piedi una collana del genere.

Sappiamo che i fan di Urania faranno comunque incetta di questi volumi per collezionismo, ma essendo allegati a Gazzetta e Corriere della Sera è probabile che ci possa essere un pubblico del tutto nuovo a scoprirli. È questo che vi augurate?

Io credo di sì. Non hai idea di quanta gente, dopo avere visto la pubblicità su questi giornali della collana, mi abbia scritto chiedendomi: ma Urania esiste ancora? Non sapevano che è ancora presente in tutte le edicole, eppure i quotidiani, se hanno visto la pubblicità, li comprano, e dunque avrebbero dovuto accorgersi dei volumetti tutti bianchi che da settant’anni occupano uno spazio fisso nei chioschetti di mezza Italia. Ma lo sappiamo, la gente, intendendo il pubblico più vasto e generalista, si muove alla velocità della luce, ha mille interessi diversi, è distratto dai social, dalla TV e da tanti altri media, e dunque hanno perso un po’ la bussola, per quanto riguarda le pubblicazioni periodiche da edicola, che suonano un po’ come una specie di dinosauri in via di estinzione. Eppure, Urania c’è, continua a vendere e a pubblicare grandi autori e ottimi romanzi, e nonostante tutto cresce e si conquista nuove fette di pubblico. L’operazione Urania: 70 anni di futuro credo servirà a portare all’attenzione di tanti potenziali lettori distratti e inconsapevoli non solo le belle proposte della collezione offerta da Gazzetta e Corriere, ma anche la presenza costante di Urania nelle edicole.

Settant'anni: insomma questa vecchietta si regge ancora in piedi? Funziona ancora il modello del romanzo da edicola inventato da Mondadori quasi un secolo fa?

A quanto pare sì. Funziona e cresce, forse anche in virtù del fatto che parliamo di romanzi di un certo spessore, tradotti bene (oggi non si fanno più tagli, e i traduttori sono gli stessi, bravissimi, che traducono anche per la libreria) e proposti a un prezzo molto basso rispetto al resto del mercato, e dunque parecchio convenienti. Naturalmente, il futuro di Urania non potrà essere legato solo all’edicola, ma dovrà trovare sbocchi importanti anche in libreria, come stiamo cominciando a fare. Il modello che vogliamo seguire è quello sperimentato con enorme successo dal Giallo Mondadori, che ha portato lo storico marchio dall’edicola anche in libreria, e grazie all’aiuto di autori come Camilleri ha fatto conoscere la collana che ha dato vita al nome “giallo” nel nostro paese anche a chi aveva perso l’abitudine di frequentare le edicole. Ora il GM si vende in edicola e in libreria, e questa sinergia è davvero formidabile. Quando riusciremo a fare la stessa cosa con Urania, sono sicuro che la crescita sarà inarrestabile.

Il primo volume della collana sarà Le sabbia di Marte, e guarda caso proprio in questi giorni è stato presentato alla stampa Amalia, il rover europeo che andrà a lasciare le impronte delle sue ruote proprio su quelle sabbia. E prende il nome dall'astrofisica Amalia Ercoli Finzi, che ogni volta che viene intervistata mostra sempre alle sue spalle una libreria piena di Urania. Probabilmente Urania l'ha portata all'amore per l'astronomia e la fisica e quindi un po' del merito per quel rover è anche proprio di Urania. Non è un bel pensiero?

Bellissimo. Io adoro Amalia Ercoli Finzi, che discute con Enrico Letta in diretta televisiva senza preoccuparsi (anzi, secondo me con un sottile piacere) del fatto che il suo sfondo è costituito dai volumetti bianchi di Urania, che un tempo qualcuno considerava letteratura-spazzatura. E sono convinto che anche questa sia una manifestazione del forte interesse che la fantascienza, e la testata Mondadori, stanno suscitando ogni giorno di più.

Su Clarke, è evidente che non potevamo non proporre in una collana celebrativa come questa il romanzo con cui tutto ebbe inizio, 70 anni fa. Anche perché così possiamo dimostrare una volta di più quanto la sf sia stata anticipatrice dei tempi, preoccupandosi di trattare argomenti (come l’esplorazione di Marte) che oggi approfondiamo non solo per divertimento, ma per la necessità di trovare strade alternative a questo povero pianeta Terra che stiamo distruggendo. Proprio come tanta fantascienza ci ha raccontato nel corso degli ultimi 70 anni…

Intervista con Franco Brambilla

Le venticinque copertine della serie sono tue illustrazioni: quanti mesi ti ha richiesto questo lavoro?

Ho cominciato a lavorarci a metà settembre e devo ancora consegnare le ultime cinque, diciamo cinque mesi di lavoro con delle pause. Con tanto tempo a disposizione ho avuto modo di impostarle tutte per poi finalizzare di volta in volta quelle in consegna (cinque ogni mese). Questo mi ha consentito di differenziare molto le copertine dal punto di vista dei soggetti e dei colori in modo che non ce ne fossero mai due simili in successione.

Franco Brambilla
Franco Brambilla
Ti sei posto qualche criterio stilistico particolare?

Ho cercato di mantenere il più possibile la coerenza con lo spirito del romanzo; quindi immagini più cupe se si trattava di soggetti orrorifici o post atomici, più solari se trattavano di avventure spaziali. Anche la tecnologia visualizzata va rappresentata in modo molto diverso a seconda del periodo in cui è stato scritto il libro. Per fare un esempio: quando illustro un romanzo di Arthur C. Clarke mi ispiro a grandi artisti come Bonestell e McCall perché le loro opere secondo me visualizzano perfettamente lo spirito che c'è nei suoi romanzi… gli stessi artisti però non si presterebbero altrettanto bene a illustrare un romanzo di Valerio Evangelisti, Neal Stephenson o William Gibson.

Più che uno stile bisogna possedere un buon bagaglio culturale e visivo. E sapere come utilizzarlo a seconda dei casi. Questo archivio mentale va costantemente aggiornato, naturalmente.

In alcuni casi  è stato un vero ritorno a "mondi" già visitati, mi è piaciuto molto sia proporre versioni alternative di mie cover che sono uscite su Urania che reinterpretare completamente il soggetto.

Tu condividi spesso i tuoi lavori sui social, dove sono apprezzatissimi. Eppure hai tenuto segreto questo lavorone per mesi, deve essere stato faticosissimo!…

Effettivamente… ma era l'unica cosa che potessi fare e per fortuna ho potuto mostrare tante altre illustrazioni che ho realizzato nello stesso periodo.

Però ora che sono finalmente trapelate mi pare che i commenti siano stati entusiastici.

Sì, e mi hanno fatto molto piacere soprattutto i commenti positivi di colleghi illustratori del calibro di Aldo Di Gennaro e delle persone del Corriere con cui non avevo mai lavorato in precedenza.

La testimonianza di Valerio Evangelisti

Avvistai la copertina dall’autobus, esposta in un’edicola. Quando scesi, corsi a comperarne una copia. Feci lo stesso in tutte le edicole dei dintorni. Un fascicolo alla volta, per permettere ad altri lettori di trovare il loro. Andai nell’ufficio in cui lavoravo commosso e orgoglioso. Per me aveva dell’incredibile essere apparso su Urania, la pubblicazione che più aveva alimentato le mie fantasie adolescenziali, dai 12 anni in avanti (primo romanzo letto, Il pianeta dei superstiti di Damon Knight, inizio di un amore).

Valerio Evangelisti
Valerio Evangelisti

Correva l’ottobre 1994, ero quarantaduenne. La copertina, del sudamericano Oscar Chichoni, era semplicemente stupenda. Il testo, abbreviato rispetto a quello conosciuto successivamente, recava una postfazione di Vittorio Curtoni, l’ex direttore di Robot, poi divenuto uno dei miei migliori amici. Conteneva qualche inesattezza (non ero un finanziere, bensì un funzionario dell’Intendenza di Finanza di Bologna), ma si trattava di quisquilie.

Fui invitato a Segrate, alla sede mastodontica della Mondadori. Vi conobbi lo stesso Curtoni, Marzio Tosello, Giuseppe Lippi, Giuseppe Festino. Per me degli idoli. Il direttore della collana, invece, mostrò una cordialità appena formale. Capii che la mia carriera nella fantascienza cominciava e finiva lì. Ma che mi importava? Il risultato in cui avevo sperato era raggiunto.

Passano alcuni mesi e mi telefona il nuovo direttore di Urania, Stefano Magagnoli. Mi informa che, nell’assumere la carica, è andato a verificare i conti. Nicolas Eymerich, inquisitore ha venduto quasi  il doppio dei romanzi di autore anglosassone apparsi nel ’94. Avevo altri romanzi?

Certo che li avevo. Li scrivevo per mio divertimento e da far leggere agli amici, senza nessuna ambizione di essere pubblicato. Mi chiese di mandargliene uno, cosa che feci. Solo quattro anni dopo davo le dimissioni dal mio ufficio. Guadagnavo abbastanza per vivere di sola scrittura, come accade ancora oggi. Io a Urania devo tutto. Tutto. 

Tutte le uscite

1 – Arthur C. Clarke, Le sabbie di Marte (2 febbraio 2022)

2 – Isaac Asimov, Paria dei cieli (9 febbraio 2022)

3 – Ray Bradbury, Il popolo dell’autunno (16 febbraio 2022)

4 – Dan Simmons, Hyperion (23 febbraio 2022)

5 – William Gibson, Neuromante (2 marzo 2022)

6 – Richard Matheson, Tre millimetri al giorno (9 marzo 2022)

7 – Clifford D. Simak, Oltre l’invisibile (16 marzo 2022)

8 – Lois McMaster Bujold, Il segno dell’alleanza (23 marzo 2022)

9 – Valerio Evangelisti, Nicolas Eymerich, inquisitore (30 marzo 2022)

10 – Ben Bova, Orion (6 aprile 2022)

11 – M.P. Shiel, La nube purpurea (13 aprile 2022)

12 – Murray Leinster, L’incubo sul fondo (20 aprile 2022)

13 – James Blish, Guerra al grande nulla (27 aprile 2022)

14 – N.K. Jemisin, La quinta stagione (4 maggio 2022)

15 – Roger Zelazny, Morire a Italbar (11 maggio 2022)

16 – Robert Sheckley, AAA Asso servizio decontaminazioni planetarie (18 maggio 2022)

17 – Iain M. Banks, Pensa a Fleba (25 maggio 2022)

18 – Nnedi Okorafor, Binti + Ritorno a casa (1 giugno 2022)

19 – Lester Del Rey, L’undicesimo comandamento (8 giugno 2022)

20 – Hal Clement, Strisciava sulla sabbia (15 giugno 2022)

21 – Chien Qiufan, Marea Tossica (22 giugno 2022)

22 – Gregory Benford, Obiettivo Marte (29 giugno 2022)

23 – Neal Stephenson, Snow Crash (6 luglio 2022)

24 – Ian McDonald, La terra infranta (13 luglio 2022)

25 – Massimo Mongai, Memorie di un cuoco d’astronave (20 luglio 2022)

Il trailer