Le accuse mosse a Joss Whedon da parte sia del cast di Buffy L'ammazzavampiri che di Justice League sono ormai non solo sono storia nota a tutti, ma anche convalidate da numerose fonti esterne. Nel frattempo lo showrunner/regista veniva escluso dalla sua ultima creazione, la serie HBO The Nevers, che per fortuna proseguirà con una nuova showrunner, ma  dopo alcuni anni di anonimato ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti a Vulture. Il risultato, come scoprirete, è stato l'opposto di quello che pensava di ottenere.

Gli anni di Buffy

A dare il via al tutto è stata una lettera aperta della ora ex moglie di Whedon, Kai Cole, postata da The Wrap nel 2017, nella quale raccontava di come il mito del suo stesso consorte le fosse crollato davanti quanto aveva scoperto le sue numerose infedeltà con varie attrici (non protagoniste) delle due serie Buffy l'ammazzavampiri e Angel. Se inizialmente Whedon aveva negato tutto, nella recente intervista ha dichiarato

Dovevo andare a letto con loro, non potevo resistere.

Questo perché erano quel tipo di donne che una volta non lo avrebbero considerato e in quel momento lui aveva più potere di loro. Aggiunge però che nel tempo si è reso conto di quanto sbilanciato fose l'equilibrio di potere verso di lui.

Passiamo poi alle accuse di Charisma Carpenter, Cordelia in entrambe le serie. Mentre era incinta Whedon l'aveva definita grassa e poi l'aveva chiamata in ufficio per chiederle se intendeva tenere il bambino. Inoltre l'aggrediva verbalmente perché dal suo punto di vista non era in grado di memorizzare le battute, mentre lei attribuiva il tutto allo stress a cui l'intero cast era sottoposto da parte dello showrunner. Il suo punto di vista è che sì, gli capitava di gridare, ma era un cast composto da attori giovani e se non li teneva in riga avrebbero trasformato il set in un cocktail party, ma nega quanto dichiarato da Charisma Carpenter e di aver mai offeso un qualsiasi membro della produzione. Resta il fatto che l'anno dopo avrebbe licenziato l'attrice. Eppure Whedon dichiara che il suo rapporto lavorativo con Charisma Carpenter era sempre stato piacevole e affascinante. Senza contare una delle sceneggiatrici la quale ha raccontato di un momento particolare in cui aveva sottoposto una sua idea per Firefly e lui aveva realizzato una proiezione di diapositive durata novanta minuti con le pagine della sua sceneggiatura, leggendole con una voce stupida davanti a tutta la stanza degli sceneggiatori e soprattutto, davanti a lei. Ovviamente lui nega anche questo. O la costumista, a cui ha stretto il polso in una morsa lasciandole i segni perché era daccordo con la scelta di un costume con Sarah Michelle Gellar e non con lui.

Come nega la strana regola da lui imposta secondo la quale non doveva mai stare nella stessa stanza da solo con l'allora giovanissima Michelle Trachtenberg, ovvero la sorella/non proprio sorella (chi ha visto la serie sa cosa vuol dire) di Buffy, Dawn. Whedon nega che la regola sia mai esistita o che comunque non l'avesse creata lui, rimane però la testimonianza di un membro della crew che aveva visto l'attrice chiamata da Whedon per un incontro a porte chiuse nel suo ufficio, da cui era uscita visibilmente scossa. Whedon non ha voluto elaborare ulteriormente. Resta il fatto che negli anni seguenti praticamente tutto il cast di Buffy ha rivelato il suo atteggiamento aggressivo e minaccioso, tranne Sarah Michelle Gellar (Buffy) la quale si è comunque schierata dalla parte dei colleghi.

Justice League

Riguardo al famigerato reshoot di Justice League (2017), Whedon ha dichiarato che inizialmente il suo ruolo doveva essere solo di consulente e sceneggiatore, ma che in seguito, a dir suo, la Warner aveva perso fiducia in Zack Snyder e gli aveva passato la poltrona di regista per ben quaranta giorni di reshoot. Non solo la Warner ha smentito questa versione, ma lo stesso Snyder all'epoca aveva dichiarato di aver dovuto lasciare la produzione dopo il suicidio della figlia e comunque il film era completo al novantacinque per cento, mancavano gli effetti speciali e alcune scene. Il risultato, come forse saprete, è la minaccia fatta a Gal Gadot che se non avesse fatto come voleva lui non avrebbe mai più lavorato a Hollywood, fatto confermato da un'attrice di Angel che telefonicamente ha rivelato al giornalista di Vulture di avere ricevuto la stessa minaccia quando aveva chiesto un aumento. Dopo aver letto la dichiarazione di Gal Gadot, l'attrice, di cui non viene rivelato il nome, ha dichiarato

Wow, usa ancora la stessa frase.

Whedon nega tutto, aggiungendo che per Gal Gadot l'inglese non è la prima lingua e forse non ha capito cosa aveva detto. Lo stesso vale per un momento in cui l'attrice chiese di tagliare una certa scena dal film (forse quella in cui The Flash le cade addosso): lei ha dichiarato che Whedon ha risposto che piuttosto legava il corpo morto di lei sui binari di un treno, lui ha negato dicendo che in realtà aveva detto che avrebbe legato il suo di corpo sui binari e che, ancora, lei non aveva capito. Ma Gal Gadot ha risposto immediatamente dicendo che aveva capito benissimo.

Ray Fisher

Forse l'elemento più evidente della personalità di Whedon è arrivata dal suo trattamento non solo del personaggio di Cyborg, ma anche dell'attore Ray Fisher, il quale aveva dichiarato che quando giravano con Zack Snyder il regista lavorava in collaborazione con gli attori, accettando consigli su come personalizzare un personaggio, mentre Whedon, dopo una sua telefonata in cui manifestava dubbi sul trattamento di Cyborg, aveva risposto

Sembra che tutti vogliamo darmi consigli. io non accetto consigli, nemmeno da Robert Downey jr.

Fisher avrebbe poi postato dei tweet sugli abusi di potere effettuati sul set da Whedon, tutti confermati dagli altri protagonisti, il tutto però sminuito dal regista come non accaduto o frainteso. Riguardo ai tagli non indifferenti applicati al personaggio di Cyborg, che Snyder aveva reso il centro del film, il motivo per Whedon era che secondo lui la sua storia non aveva senso. Non solo, ha aggiunto che Fisher è una forza malvagia, un pessimo attore in ogni senso. Qui sopra potete vedere la risposta di Fisher su Twitter

Si direbbe che Whedon abbia diretto un Endgame dopotutto.

Facendo un gioco di parole tra Avengers: Endgame (2019, dei fratelli Joe e Anthony Russo) e il termine "fine dei giochi" e aggiungendo che preferiva concentrarsi sul giorno della memoria di Martin Luther King.

Infine, anche alle accuse di aver chiesto in fase di post-produzione di schiarire il colore delle pelle di Fisher, Whedon ha risposto che la sua scelta era applicata a tutto il film, per dargli un tono più leggero. Come sappiamo Zack Snyder's Justice League (2021) non sembra dargli affatto ragione, ma questo dipende anche da chi lo ha apprezzato e chi no.

Per concludere degnamente la sua intervista, Whedon ha dichiarato che forse nella sua carriera è stato troppo gentile, voleva che la gente lo amasse, per cui era diretto e la gente ha pensato che fosse brusco. In breve la realtà secondo Whedon sembra non avere alcuna parentela con quella oggettiva, ma lui preferisce credere di essere dalla parte della ragione.

Un brutto risveglio per chi ha conosciuto questo filmmaker solo dalle sue opere, che hanno spesso dato ruoli centrali, maturi, moderni ai suoi personaggi femminili. Evidentemente il rispetto delle donne per Whedon sembra fosse riservato solo a quelle sulle pagine delle sceneggiature.