Valerio Evangelisti non ha bisogno di presentazioni, è ormai un autore affermato in Italia e all'estero. Elencare tutti i riconoscimenti da lui ricevuti sarebbe come mettersi a contare i trofei vinti dal Real Madrid. A parte gli scherzi, passiamo subito a parlare di Cherudek, quinto romanzo del ciclo di Eymerich, il risoluto inquisitore vissuto realmente nel secolo XIV.

Questa volta Eymerich, cito quanto scritto sulla quarta di copertina di questa edizione (la prima è del 1997), deve "confrontarsi con la terribile realtà della guerra dei Cent'anni, fra la minaccia dell'eresia spiritualista da una parte e dilaganti epidemie dall'altra" e, soprattutto, "affrontare il mistero del Cherudek. Che cos'è il Cherudek? Un'altra dimensione, un mondo perduto? E' un universo che pare fatto di nebbia, un regno di fantastici pericoli e terrori, l'anti-mondo della neghentropia." Questo è in sintesi il romanzo che comunque ha molto altro da offrire al lettore.

La fusione tra storia e invenzione letteraria qui è ben riuscita e non risulta, come potrebbe accadere, affatto tediosa. La narrazione è scorrevole, la scrittura diretta e chiara, descrittiva quanto basta. Complessivamente, il romanzo non ha cedimenti, tranne forse all'inizio dove chi legge potrebbe magari avere un po' di difficoltà ad abituarsi alla narrazione che si svolge su diversi piani dimensionali; ma qui stiamo praticamente cercando il pelo nell'uovo. Per farla breve, per quanto riguarda la tecnica di scrittura e la struttura del romanzo non c'è che dire, Evangelisti non è di certo uno scrittore alle prime armi.

Veniamo ora ai contenuti. Eymerich potrebbe essere considerato, per dirla con Jung, un archetipo, simbolo delle diverse sfaccettature presenti nella psiche o se preferite, nell'animo di ciascuno di noi. Una personalità variegata dunque, e non soltanto spietato inquisitore ma anche e soprattutto uomo, con tutte le sue debolezze.

E' interessante vedere come in Cherudek le diverse tematiche, dalle storico-sociali a quelle psicologiche, siano esposte senza intrecci estremamente cerebrali o con fare pseudointellettualoide, rendendo così vita facile al lettore che alla fine si può abbandonare tranquillo alla speculazione.

In definitiva, un bell'esempio di letteratura fantastica nostrana, accessibile, intelligente e piacevole.

Se desiderate informazioni più dettagliate su Evangelisti ed Eymerich vi rimando al sito ufficiale dell'inquisitore www.eymerich.com