"I telefilm più amati e conosciuti, quelli dalla qualità media più elevata produttivamente e artisticamente, arrivano senza dubbio dagli Stati Uniti; e, dagli anni '50 a oggi, hanno conquistato i palinsesti televisivi di tutto il Mondo, proiettando i "valori" dell'american Way of Life nelle coscienze di miliardi di uomini e donne, in modo ben più insinuante ed efficace di quanto non sia riuscito a fare il cinema hollywoodiano. E proprio il telefilm si propone come lo specchio migliore nel quale gli americani riflettono la loro stessa immagine, innanzitutto mentale, e attraverso il quale emergono le loro pulsioni nascoste e le derive dell'immaginario nazionale. Serie televisive come, per esempio, Ai confini della realtà, Star Trek o X-Files dicono molto di più ­ e lo dicono in modo più chiaro ­ sui tanti volti del "modo di vita americano" e sul suo inevitabile lato oscuro, rispetto a presuntuose ricognizioni "d'autore" e a seriosi trattati. Probabilmente, poi, è proprio il genere fantastico ­ in un format tipicamente postmoderno com'è il telefilm (caratterizzato dal "pastiche" e dalla contaminazione) ­ a saper metaforizzare al meglio le molteplici spinte, contrastanti e spesso irrazionali, che attraversano la società americana della seconda metà del XX secolo".

Così Diego Del Pozzo introduce il proprio volume Ai confini della realtà Cinquant'anni di telefilm americani, nel quale fa rivivere in pagine dense di annotazioni critiche le più fortunate serie televisive americane che dagli anni '50 affollano i nostri teleschermi, rievocando protagonisti e autori e analizzando i temi che ne hanno ispirato le storie, sempre attente alla realtà e alle sue infinite sollecitazioni. Diego Del Pozzo (1971) è giornalista pubblicista e critico cinematografico, collabora con il Corriere del Mezzogiorno e con Cinemasessanta ed è redattore di Sentieri selvaggi.

Diego Del Pozzo, Ai confini della realtà Cinquant'anni di telefilm americani, Edizioni Lindau, Torino, 280 pagine, 18.90 euro. Prefazione di Franco La Polla.