La fantascienza ha influenzato non solo la musica rock anglosassone ma quella di tutto il mondo: pensiamo alla Francia con i Magma, i Rockets e i Daft Punk e alla Germania con i Tangerine Dream e ai Kraftwerk. Invece in Italia questo legame è avvenuto solo sporadicamente. Per quale motivo secondo voi? 

Ernesto Assante:

L’Italia, come diceva Filippo Tommaso Marinetti, poeta futurista, è un paese “passatista”, legato al chiaro di luna e non all’esplorazione della stessa. Sogniamo poco il futuro, ecco tutto.

Mario Gazzola:

Forse, come dicevano Fruttero e Lucentini, “gli ufo non atterrano a Lucca” nemmeno in campo musicale! In effetti però nel libro d’Italia musicale se ne cita parecchia: Le Orme di Felona e Sorona, il primo Battiato ispirato ad Huxley, alcune canzoni di Dalla, il Finardi intervistato su Extraterrestre e Oltre gli Anelli di Saturno, i Goblin ma anche il Moroder che sonorizza Metropolis di Fritz Lang, Alberto Camerini con Rock’n’Roll Robot, i paladini del fantahorror metal Death SS, precursori di Rob Zombie e Marilyn Manson, il Mauro Pagani della PFM che fa la colonna sonora di Nirvana di Salvatores… sì, si sarebbe tentati di lanciare subito il j’accuse sul conservatorismo culturale dell’intelligencija nazionale che ha relegato a lungo la s/f fra la narrativa “minore”, come del resto il rock a “fracasso da ragazzini teppisti”, ma siamo proprio sicuri che sia così? Probabilmente lo è anche, in parte, almeno come colpa della discografia nazionale è quella d’essersi lasciata colonizzare dalle major internazionali rinunciando a sostenere un’esportazione all’estero della nostra migliore produzione, insomma non facendo diventare un Capossela il Tom Waits italiano e così via.

Il discorso così si amplierebbe molto, quindi mi limiterò a una piccola provocazione: noi che ci lamentiamo siamo sicuri di avere sempre le orecchie ben aperte sul nuovo che proviene dall’underground nazionale, o siamo ricettivi solo quando arriva da Seattle o dalla California? Abbiamo ascoltato le suite elettroniche di Posthuman Folk Music del citato Marsico, le contaminazioni industrial-virali dei Sigillum S, o i riferimenti a P.K. Dick nei testi dei bresciani Mugshots? E le più di 40 band – italiane ed internazionali – che rielaborano temi di colonne sonore s/f nel cofanetto Not of this Earth della Black Widow? Siamo disponibili ai Kirlian Camera come ai Tuxedomoon o agli Entropia come ai Kraftwerk? Al rapper Salmo come a Eminem? Ai romani Void Generator come ai Queens of the Stone Age? Alla psichedelia dei Giöbia e della loro spinoff band chiamata La morte viene dallo spazio, come il primo film di s/f italiano del lontano 1958? O forse siamo noi i primi a non vedere quando la cultura italiana ci offre sintesi che noi cerchiamo solo altrove?

Noi, per andare fino in fondo, abbiamo ideato anche un fanta-album in cui artisti attuali (Void Generator, Maurizio Marsico, i Mugshots, i jazzisti Edna, i Twenty Four Hours) rileggono brani storici citati nel libro. È un’altra anteprima che vi regalo perché il disco è attualmente in produzione, spero di potervi presto aggiornare sui nostri sviluppi come produttori musicali oltre che semplici appassionati!

Nell'universo delle colonne sonore per film o serie televisive, quali sono a vostro giudizio le migliori e perché? 

Mario Gazzola:

Beh, visto che s’è appena discusso del ridotto contributo italiano al fantarock, non si può non citare i Goblin, che formano un’endiadi indissolubile coll’horror di Dario Argento ma han dato suoni anche a Contamination di Cozzi, Virus di Mattei o all’australiano Patrick.

Poi, sicuramente temi classici di serie come Dr Who o Ai confini della realtà hanno avuto il merito di favorire l’impiego dei primi sintetizzatori, che tanta parte avrebbero avuto nel plasmare i suoni futuristici del rock a venire. Il libro contiene una gustosa appendice a firma di Lukha B. Kremo, che indaga ampiamente nell’impiego dei suoni sperimentali nel cinema di s/f e… anche fra strumenti e suoni immaginari inventati dagli scrittori per la pagina!

Io, se dovessi scegliere un nome su tutti, forse darei la palma a John Carpenter, regista consacrato al thriller e al fanta horror, a lungo anche artigiano delle proprie minimali, agghiaccianti colonne sonore al sintetizzatore, che oggi troviamo apertamente omaggiate nel tema di una fantaserie tv di cui s’è molto parlato come Stranger Things.