Il presidente della programmazione della HBO Casey Bloys ha trovato la definizione perfetta del modo in cui era stato impostato il comunicato stampa della prossima serie Confederate, durante un recente incontro con i critici televisivi:

Del senno di poi…

Come abbiamo riportato pochi giorni fa, i due autori di Game of Thrones David Benioff e D.B. Weiss hanno ricevuto la luce verde per una prima stagione di Confederate, una serie che parla di un'altra realtà distopica: gli stati del sud hanno ottenuto la secessione e portato avanti lo schiavismo fino ai giorni nostri, dividendo di fatto gli States in due parti molto diverse tra loro.

In realtà con loro ci sono altri due co-autori: Malcom Spellmann e Nichelle Tremble Spellman, in arrivo dalla serie di successo Empire.

Come era prevedibile si sono immediatamente scatenate le polemiche on line per la mancanza di tatto nella scelta del tema e soprattutto per la possibilità che creasse ulteriori divisioni tra la popolazione americana, già fin troppo frammentata dall'attuale clima politico.

Ma per Bloys, l'errore è stato da parte dell'emittente, i cui executive hanno pensato di poter annunciare pubblicamente una storia in realtà ricca di sensibilità che però solo gli autori erano davvero in grado di spiegare alla stampa.

I quattro autori erano stati in grado di raccontare al CEO della rete Richard Pepler in modo completo e preciso tutte le sfumature e i dettagli della storia che volevano raccontare, ma ammette indirettamente, non sono stati chiamati in causa quando si è trattato di presentare la serie alla stampa:

Noi scommettiamo sui nostri talenti creativi e questi quattro autori sono il top degli showrunner, sono liberi di fare quello che vogliono e sono molto appassionati del loro lavoro. Noi li supportiamo, perché è un rischio che vale la pena correre.

Come era stato raccontato precedentemente, la storia seguirà le vicende di molteplici personaggi da un lato all'altro della barricata, tra coloro che cercano di salvare gli schiavi e gli executive delle multinazionali che invece li vedono come un business, passando per giornalisti e cacciatori di schiavi.

Insomma una tela vasta, ambiziosa, ma anche molto rischiosa, che secondo alcuni è il simbolo della caccia alla storia controversa a ogni costo per recuperare il terreno perduto dalla HBO rispetto a Netflix, Amazon Prime e Hulu, di cui le ultime due hanno già le loro realtà distopiche di ottimo successo: The Man in the High Castle e The Handmaid's Tale, mentre la prima non sembra interessata al genere.

Comunque, l'attesa è ancora molto lunga: le riprese di Confederate non cominceranno prima che sia finita la produzione dell'ottava stagione di Game of Thrones, la quale per ora non ha neanche un anno di uscita confermato, motivi per cui potremmo dover attendere anche il 2019 per poter scoprire un'altra realtà distopica che assomiglierà in modo sinistro alla nostra.

Voi cose ne pensate: una forte idea creativa o una caccia ai rating a ogni costo?