La casa editrice Meridiano Zero ha pubblicato alla fine dello scorso anno il romanzo Clorofilia (Chlorofilia, 2009) del giornalista e scrittore russo Andrej Rubanov.

Sono veramente una rarità le traduzioni italiane di romanzi scritti da russi, possiamo citare i fratelli Arkadij e Boris Strugackij, autori conosciuti in tutto il mondo, infatti le loro opere sono dei veri capolavori, basti citare il famoso Picnic sul ciglio della strada (Stalker), e non dimentichiamo Noi di Evgenij Zamjatin. Più recentemente Metro 2033 di Dmitrij Gluchovskij o il ciclo dei Guardiani della notte di Sergej Luk'janenko.

Andreij Rubanov nel suo paese è un autore di culto e Meridiano Zero ha pubblicato nel 2014 un’altra sua opera dal titolo Lo psicoagente.

Il romanzo lo possiamo definire una distopia che trascina in lettore nella Russia del XXII secolo, che ormai ha una popolazione molto ridotta e tutti i suoi abitanti in pratica vivono in una zona ristretta del paese.

Il protagonista Savelij Herz lavora come giornalista per una rivista di moda e di gossip: “Il più” che ha un grande successo, vive insieme a Varvara anche lei giornalista della stessa rivista.

Il lettore seguendo il suo lavoro scoprirà che molte cose sono cambiate: grandi scolvolgimenti del clima hanno fatto sciogliere le calotte polari, con un conseguente innalzamento delle acque che ha reso inabitabile molte parti del mondo e la Siberia è diventata un giardino con un buonissimo clima. La Russia ha subito una drastica riduzione della sua popolazione che ora vive quasi al completo a Mosca, che è diventata una enorme città e i moscoviti al grido “non devo niente a nessuno” passano praticamente  la loro vita senza far nulla (chi lavora lo fa quasi per hobby), infatti i moscoviti vivono di rendita in quanto la Russia ha affittato tutta la Siberia ai cinesi.

La delinquenza è calata drasticamente grazie a un programma televisivo chiamato “Vicini”, che ha dato a ogni abitante la possibilità di controllare gli altri e di essere controllato.

La città però è stata invasa da uno sconosciuto tipo di erba che cresce in pochissimo tempo con un fusto enorme e fino una altezza di circa trecento metri; i migliori scienziati hanno studiato il problema per estirparla ma non si è mai trovata una soluzione, si è tentato di abbattere questi fusti giganteschi, ma subito accanto a quello abbattuto, cresce un nuovo stelo, così l’unica soluzione rimane quella di abbattere le case e costruire dei grattacieli altissimi dove i più fortunati possono acquistare o affittare appartamenti ai piani alti e godersi il sole mentre i più poveri, chiamati “i pallidi” vivono nei piani bassi.

Questo tipo di erba, il cui primo seme forse era arrivato dallo spazio,  aveva inoltre una particolarità, la sua ottima polpa si poteva mangiare, in teoria non dava assuefazione, né portava alla morte come le droghe pur funzionando come queste: chi la mangiava si sentiva sazio e felice. Ma mentre il protagonista continua il suo lavoro si scopre che il mangiare sempre questa erba porta il suo consumatore a delle sconvolgenti modifiche psicologiche e genetiche.

Quando una serie di eventi imprevisti porterà a uno stravolgimento allarmante del nuovo status quo, la lotta per la sopravvivenza fornirà l'occasione per ritrovare nel profondo dell'anima le qualità del proprio spirito.

L’autore 

Andrej Rubanov, giornalista e scrittore moscovita di culto, ha raggiunto grande successo di critica e di pubblico fin dall'apparizione in Russia del suo romanzo autobiografico DoTime, Get Time sulla propria esperienza in carcere. I suoi successivi romanzi spaziano nei generi dal thriller alla fantascienza. Usciti con i maggiori editori e tradotti in numerose lingue, sono stati dal primo all'ultimo finalisti del National Bestseller Prize.

Meridiano Zero ha già pubblicato Lo psicoagente (2014).

Il libro 

Mosca. XXI secolo. Savelij Herz. giornalista e poi direttore della rivista di successo Il più. è impegnato a scrivere su quei pochi russi che continuano a lavorare mentre la maggior parte dei compatrioti non produce nulla, limitandosi a consumare. I soldi, infatti, non sono più un problema, da quando l’intera Siberia è stata concessa in affìtto ai cinesi, mentre i russi – trasferitisi in massa nella capitale divenuta "ipercittà" – vivono di rendita, al grido rassicurante di "lo non devo niente a nessuno". Una dolce vita in cui ogni forma di violenza è praticamente scomparsa grazie al progetto televisivo sperimentale di spionaggio reciproco "Vicini", dalle cui sezioni speciali sono pianificati a tavolino scandali e litigi famigliari.

Nel frattempo Mosca è stata invasa da un'erba infestante dalle dimensioni abnormi, impossibile da tagliare o sradicare: ogni gigantesco stelo ricresce all'istante. Come se non bastasse, quest'erba contiene un potente psicostimolante in grado di procurare gioia pura senza apparenti conseguenze. I ricchi consumano questa potente droga in forma concentrata, mentre i poveri la divorano allo stato grezzo. Lo status sociale di ognuno dipende dal piano in cui abita: sopra all'ottantesimo livello dei nuovissimi grattacieli vivono le élite, mentre sotto al ventesimo si trovano gli slum abitati dai degenerati "pallidi". Fare uso di erba è tecnicamente illegale, ma non è perseguito, almeno fino alle prime avvisaglie di un'inquietante scoperta sulle modificazioni genetiche e psicologiche portate a lungo termine dall'utilizzo in forma sublimata dell'erba.

Andrej Rubanov, Clorofilia (Chlorofilia, 2009), traduzione Giulietta Greppi, Meridiano Zero, collana I Taglienti 21, pagg. 279, euro 18,00