Un Hugo per Terry Pratchett. È quanto propone Charles Stross dal suo account Twitter, e sebbene non sia stato il primo ad aver avuto questa idea, è certamente il primo opinion leader con un seguito abbastanza vasto da rendere la cosa possibile.
Pratchett ha vinto un premio André Norton (una sorta di categoria speciale del premio Nebula) e diversi premi Locus, sempre in categorie young adult, ma non ha mai vinto il premio Hugo. Nonostante la sua grandissima popolarità, l'autore britannico è stato certamente sfavorito nella competizione sia dal fatto di scrivere fantasy – e sebbene l'Hugo ufficialmente premi le migliori opere di fantascienza e fantasy, è vero che, soprattutto nel romanzo, questo genere ha vinto molto raramente – sia di essere considerato un autore per ragazzi. D'altra parte i romanzi di Pratchett sono anche molto divertenti, e le cose che fanno ridere in qualche modo vengono sempre considerate un po' meno delle altre.
Pratchett è morto nel marzo di quest'anno, dopo anni di Alzheimer, a soli 67 anni. Nel 2015 è uscito l'ultimo romanzo, The Shepherd's Crown, ma non è questo il titolo che secondo Stross va candidato, bensì l'intero ciclo di Discworld. Secondo Stross infatti l'uscita dell'ultimo romanzo rappresenta la conclusione del ciclo, che come opera nel suo insieme sarebbe ora votabile.
Se la cosa può apparire strana, va considerato che c'è un precedente. L'anno scorso, dopo una campagna degli appassionati di questa serie, era entrato tra i finalisti nella categoria romanzo il ciclo della Ruota del Tempo, di Robert Jordan. La cosa, va detto, fu largamente criticata, proprio per l'idea che forzasse le regole del premio (che prevedono che siano candidabili solo romanzi pubblicati per la prima volta l'anno prima). La Ruota del Tempo ricevette molti volti in prima posizione, ma pochissimi in seconda o terza, segno che se i suoi fan votarono compatti gli altri votanti avevano idee del tutto diverse. E alla fine l'Hugo andò, meritatamente, a Ancillary Justice di AnnLeckie.
Terry Pratchett è probabilmente più popolare di Robert Jordan, e l'emozione per la sua prematura scomparsa è ancora forte. Ma i votanti dell'Hugo come prenderanno l'idea di considerare per il premio una serie di romanzi (oltre quaranta) che condividono la stessa ambientazione ma raccontano storie del tutto diverse, e che hannp cominciato a essere pubblicati oltre trent'anni fa?
3 commenti
Aggiungi un commentoNon è mai facile premiare qualcuno scomparso: si rischia sempre di farsi guidare da emozione, magari ruffianeria, anche dall'impressione più o meno velata di voler rastrellare le ultime vendite corpose di un autore divenuto ormai "improduttivo" per i suoi editori.
Però ci sono autori che meritano di essere guardati facendo un passo indietro, non uno zoom esasperato su ogni dettaglio. Sir Pratchett ha portato sorrisi in molti adulti (alla faccia dei libri per bambini, o forse molti di noi sono ancora bambini dentro), e non si vede perchè altri autori che hanno allungato il brodo in cicli durati decenni (Fondazione di Asimov, per esempio) siano trattati come Maestri d'arte, altri come maestri d'infanzia. Non so se sia meglio candidare l'opera intera o l'ultimo romanzo o premiarlo alla carriera. So che a volte bisogna trovare un modo di dire grazie, attraverso occhi e orecchie di chi è rimasto, a chi è partito per l'ultimo viaggio. Magari quella Morte protagonista con la pietosa falce di tanti suoi romanzi, potrebbe spendere una parola di convincimento coi giurati.
Belle parole, Naismith.
S*
Ma non sarebbe il caso di istituire un premio per opere che si sviluppano su più volumi?
Ormai c'è molta fantascienza / fantasy costituita da opere che dimostrano il loro valore solo se prese come insieme di romanzi.
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