Ci siamo, il 14 maggio torna nelle sale uno dei miti cinematografici più attesi: nuovo volto, ma stesso mondo post-atomico desolato e probabilità di sopravvivenza ai minimi termini.

Per l'occasione il regista/creatore della saga George Miller ha partecipato a una anteprima del film e risposto ad alcune domande, con l'amico regista Edgar Wright come moderatore dell'evento. ed ecco tutti quei dettagli che approfondiranno la visione del film:

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Fury Road è il primo film action di Miller dopo 30 anni: il regista ha raccontato che dopo aver girato il primo capitolo nel 1979 pensava che non ci sarebbe stato un futuro per il suo personaggio. Poi arrivò il sequel, nel 1981, con cui cercò di fare di meglio, avendo nel frattempo acquisito esperienza sul campo. Poi con Oltre la sfera del tuono (1985) pensò che la storia fosse finita. Ma un'idea continuava a ronzargli in testa…

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Il piano per il quarto capitolo risale perfino a prima del fim in CGI Happy Feet: "Dovevamo cominciare nel 2001, poi ci fu l'11 settembre e l'economia crollò. Dopo Happy Feet ci fu un miglioramento, ma arrivò una pioggia senza precedenti nell'outback australiano, per cui dove di solito c'era deserto, in quel periodo era tutto ricoperto di fiori. Abbiamo aspettato un anno, ma la situazione non cambiava, per cui siamo andati in Namibia, dove non piove mai."

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Tutte le acrobazie sono reali: "Lo abbiamo voluto fare alla vecchia maniera. questo non è un film in CGI, non abbiamo sfidato le leggi della fisica, abbiamo voluto girare realmente le sequenze d'azione. Per 120 giorni, ogni giorno era lo stunt-day, il giorno degli stunt-man e delle sequenze acrobatiche. Abbiamo girato 480 ore di materiale, è come vedere un film lungo 3 settimane senza mai fermarsi."

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La montatrice del film, Margaret Sixel, è anche la moglie di Miller e ha avuto bisogno di un team di assistenti che selezionassero in anticipo tutto il materiale valido ai fini della storia. La Sixel non aveva mai montato un action movie prima, il curriculum vede per lo più documentari.

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Il direttore della fotografia è John Seale (anche regista), che è tornato dalla pensione appositamente per girare questo film, senza essere minimamente intimidito dal dover gestire multiple macchine da presa contemporaneamente. In più di un'occasione si è anche piazzato sul tetto delle War-Rigs per realizzare al meglio le riprese.

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Ogni singolo passaggio del film, fino al millisecondo è stato pianificato tramite storyboard, che il regista ha realizzato perfino prima di scrivere la sceneggiatura. Anche gli attori avevano in mano copie dei bozzetti, perché sapessero cosa dovevano fare in ogni momento. Miller ha realizzato 3500 tavole, che rappresentavano tutto quello che poi vedrete nel film.

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Evitare che qualcuno si facesse male era il concetto onnipresente sul set, erano ossessionati dalla sicurezza. Avevano i macchinisti che si erano occupati delle olimpiadi di Sidney e Pechino perché sono il top assoluto, al punto dall'avere usato i veri attori per la maggior parte del tempo.

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"Io vedo gli action movie come musica visuale, per me Fury Road è a metà tra un concerto rock selvaggio e un opera classica. Il film non solo doveva sostenere un inseguimento automobilistico per tutto il tempo, ma doveva anche raccogliere i pezzi (della trama) in piena corsa. I personaggi stessi entrano in scena in movimento, durante l'inseguimento. È stato il montaggio a tenere il ritmo serrato tutto il tempo."

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Miller è cresciuto guardando film in un drive-in che si trovava in cima a una collina. Da giovane parcheggiava e rimaneva a seguire religiosamente la realizzazione del film, sviluppando una vera ossessione per i film d'azione. Per lui l'azione è un linguaggio che non può essere reso in nessun'altra forma, perchè non puoi crearla dal vivo.

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Con questo film, non volevano realizzare un nuovo Mad Max o un Interceptor (il titolo italiano del sequel, che in origine era Road Warrior), volevano fare Fury Road. Quei film rappresentano le radici di questo capitolo, ma 30 anni dopo, c'è tutto un nuovo linguaggio nel mondo.

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Il villain del film, Immortan Joe, è interpretato da Hugh Keays-Byrne, che interpretò Toecutter nel primo film: "Hugh è un uomo straordinario, è cresciuto come attore nella Royal Shakespeare Company, tutta la sua famiglia è nell'esercito, lui è stato l'unico a rompere la tradizione. Sfortunatamente, abbiamo ucciso il suo personaggio nel primo film. Per anni ho cercato di riportarlo in un film, ma questa è la prima volta che ci sono riuscito. Con quella maschera è perfetto nel ruolo di Immortan."

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"Anche se c'è il nome di un uomo nel titolo, nella storia ci sono tre generazioni di donne guerriere. Tutto è avvenuto organicamente, non mi seduto dicendo mettiamo un gruppo di donne guerriere in motocicletta. Il pretesto era il trasporto di esseri umani, ma non poteva essere un uomo che cercava di rubare donne a un altro uomo. Così è nata l'idea di Charlize Theron alla ricerca di una tribù matriarcale. È stata un'estensione naturale della storia."

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"Avevamo una grande e grossa bibbia in cui si descrivano non solo per i personaggi, ma anche il loro mondo. Se prendevo in mano un oggetto di scena, la persona che lo aveva realizzato o l'attore che doveva usarlo era in grado di dirmi la storia di quell'oggetto. Tutto aveva una sua estensione perfettamente logica."

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Ogni singolo oggetto presente nel film, che si trattasse di armi, abbigliamento o macchine, doveva seguire una precisa serie di regole che unificassero il tutto. Una delle regole era che, anche se siamo in un mondo post-apocalittico, questo non vuol dire che la gente non possa creare cose belle. Tutto ciò che è sopravvissuto a un mondo apocalittico è in qualche modo visto in modo reverenziale dai personaggi, che siano le auto o anche solo i volanti stessi."

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Di solito, non c'è molta scelta a livello di colori per questo tipo di film: "si tende a desaturare l'immagine. Noi abbiamo voluto lavorare con l'arancione e il color foglia di tè. Il primo per il deserto, il secondo per il cielo, perché era noioso desaturare tutto come si fa di solito."

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Il film ha 2.700 stacchi in 114 minuti di montaggio. Ogni scena è stata girata 7-8 volte, guidando finché il terreno non veniva oscurato dalla sabbia in movimento. C'erano anche degli esperti di serpenti, per farli spostare prima che iniziassero le riprese così da non schiacciarli.

La numero 17 è una nostra aggiunta: Tom Hardy ha ripetuto più volte di essere già pronto a tornare nei panni del personaggio e che ci sono piani per tre altri capitoli. Che dite, Fury Road può essere l'inizio di una nuova saga?