Incredibilmente anche questo show suscitò aspre polemiche per la troppa violenza esposta (i combattimenti sono però visibilmente “finti” e mal coreografati), tanto che in alcuni Paesi ne venne vietata la messa in onda. La Power Rangers-mania comunque non si arrestò e sull’onda del successo Tv vennero prodotti anche due pellicole per le sale cinematografiche: Power Rangers - Il film (Mighty Morphin Power Rangers: The

I Powers Rangers – Megaforce
I Powers Rangers – Megaforce
Movie, 1995), dotata di un budget considerevole e di effetti speciali realizzati in digitale, e Turbo: Power Rangers il film del 1997.I Power Rangers hanno comunque le loro radici nell’immaginario giapponese, a cominciare da  quel vero è proprio mito che è Godzilla, il drago radioattivo che devastò il Giappone per la prima volta nel 1954 (al cinema), grazie al regista Ishiro Honda. Come ormai è universalmente noto, Godzilla deve la sua nascita a Tomoyuki Tanaka, produttore anche di alcune pellicole di Akira Kurosawa. Ma l’artefice della sua fama immortale fu, insieme all’abile Honda, il creatore di effetti speciali Eiji Tsuburaya. Tsuburaya può essere considerato un pioniere degli FX, alla stregua dell’americano Ray Harryhausen. Sue tutte le creature e i mostri che, da Godzilla in poi, hanno popolato il cinema fantastico giapponese: dal gigantesco uccello preistorico di Rodan, il mostro alato (1956), alla creatura gelatinosa protagonista di Dogora, il mostro della Grande Palude (1965). Sempre con Honda dietro la macchina da presa. Va precisato che, a differenza dei modellini “animati” di Harryhausen, i mostri di Tsuburaya non erano che pesanti tute di gomma imbottita indossate da un attore, mentre i movimenti della testa e delle mascelle venivano azionati da un telecomando. Al di là di successive riletture trash, questa tecnica “teatrale” conferiva a molte di quelle creature un aspetto assai più minaccioso ed inquietante dei loro “colleghi” a stelle e strisce.Dato il successo riscontrato da questo genere di pellicole, Tsuburaya decise nel 1967 di trasportare in qualche modo Godzilla e soci dal grande al piccolo schermo. Gli ingredienti sarebbero rimasti invariati: mostri, azione, effetti speciali e l’aggiunta di un eroe buono con cui gli spettatori (specie i più piccoli) potessero “identificarsi”. Nacquero così i vari Ultraman, Spectreman, Megaloman: curioso mix fra supereroi e robot giganti. Queste produzioni si dividono in due tipologie: quelle in cui il protagonista è un combattente solitario e quelle in cui squadra di eroi-teenager si contrappone alle Forze del Male, di solito con tute dai colori sgargianti. L’elemento comune è la trama fiabesca, studiata appunto per fare breccia nell’immaginazione dei ragazzi.Inevitabile un raffronto con i fumetti (Manga) ed i serial animati (Anime), per noi più familiari dei telefilm live-action. Per noi occidentali, il capostipite di tutti i “cartoni” giapponesi è stato Atlas Ufo Robot (UFO Robot Grendizer) di Go Nagai. Molte le generazioni, grazie anche alle piccole televisioni locali, che hanno applaudito le avventure dell’intrepido Actarus  - in originale Duke Fleed – alla guida del suo Goldrake/Grendizer, in difesa dei popoli della Terra contro i tentativi di invasione del malvagio impero di Vega. Sull'onda di Goldrake, molti altri eroi-robot hanno preso a cuore la salvaguardia del nostro pianeta: da Mazinga Z (Mazinger Z), sempre di Go Nagai, fino a Tekkaman (Uchi no Kishi Tekkaman), di Ippei Kuri, passando per Gundam (Kido Senshi Gundam) di Yoshiyuki Tomino e Yoshikazu Yasuhiko. Quest'ultimo, vagamente ispirato a Fanteria dllo Spazio di Robert Heinlein, viene considerato fra i più bei serial SF “per adulti” mai realizzati per la Tv giapponese. I protagonisti di queste trame avventurose (sia “dal vivo” che “animate”) esprimono tutti i medesimi concetti base: la necessità di sacrificio del singolo in favore della comunità; una religiosità dura, ai nostri occhi contorta e un po’ masochista. Puntata per puntata l’eroe di turno si muove attraverso dei “riti di passaggio” che lo conducono dalla crisi più profonda – sfiducia nel mondo e nei propri mezzi -  alla vittoria finale sui propri nemici (esterni ed “interni”). Sullo sfondo c’è l’etica del samurai: ogni azione del protagonista deve riflettersi sulla collettività, e fornirle un esempio e una guida per l’incerto futuro. Ancora più concretamente, i Power Rangers fanno parte delle serie televisive denominate Super Sentrai, che letteralmente significa “gruppo d'attacco”. Si tratta di un sottogenere giapponese di serie televisive e cinematografiche  creato da Shotaro Ishinomori, in cui squadre multicolori lottano per la pace mondiale contro forze extraterrestri o demoniache.