Come mai gli esseri umani sono l'unica specie sopravvissuta nel proprio genere? Eppure nell'antichità si sono diffuse a livello planetario o continentale altre specie, che hanno avuto successo prima di noi. E in parte durante.

Va detto che dare un'occhiata alle date è già utile a togliersi dalla testa l'idea di una sorta di traguardo tagliato da Homo sapiens a dispetto delle altre specie. Per esempio, l'Home erectus si è diffuso in gran parte dell'Eurasia e ha dominato la Terra per quasi un milione di anni, mentre la nostra specie è in giro solo da duecentomila anni, e ha lasciato il suo triangolino di terra in Africa orientale da non più di sessantamila.

C'è almeno una specie, tuttavia, che è vissuta in tempi contemporanei alla nostra, ed è l'Home neanderthalensis, diffuso in tutta Europa fino a qualche decina di migliaia di anni fa. E scomparso più o meno nel periodo in cui i Sapiens sono arrivati nel vecchio continente.

Cosa ha causato la loro estinzione? È una delle domande, forse la più interessante, alla quale darà delle nuove risposte la conferenza RESET, Response of Humans to Abrupt Enviromental Transistions, che si terrà a Londra dal 6 all'8 giugno, durante la quale verranno esposti i risultati di nuove ricerche.

Tra questi, uno dei più importanti è una nuova datazione dell'estinzione dei Neanderthal, che si credevano arrivati fino a circa 28000 anni fa. Queste misurazioni, basate sul carbonio 14, erano errate. Una nuova valutazione, basata sullo strato di cenere diffuso in tutta Europa dall'enorme eruzione del supervulcano dei Campi Flegrei vicino a Napoli 39000 anni dimostra che dopo quell'evento non ci sono più stati Neanderthal in circolazione. Sebbene qualcuno sostenga che questa stessa potrebbe essere stata la causa della loro estinzione, il professor Chris Stringer del National History Museum of London è scettico: ammette la possibilità che l'abbassamento della temperatura dovuto alle polveri possa aver dato il colpo di grazia agli ultimi esemplari, ma plausibilmente i nostri cugini erano già in via di sparizione.

A questo scenario si aggiungono nuove scoperte che fanno arrestrare la data di arrivo in Europa dei Sapiens dal 40000 AC al 45000 AC. Quindi certamente prima dell'estinzione dei Neanderthal. Insomma, cinquemila anni dopo il nostro arrivo i Neanderthal erano stati spazzati via.

Non bisogna pensare a un genocidio organizzato. Fra l'altro non ci sono reperti che raccontino di battaglia o scaramucce tra bande tra Sapiens e Neanderthal. Più semplicemente, è plausibile che i Sapiens abbiano spodestato i Neanderthal perché erano più adatti: più intelligenti.

Gli studi sui crani dicono che i nostri cugini avevano occhi più grandi dei nostri, per vedere meglio nel clima freddo e buio del'Europa. Questo richiedeva una porzione più vasta del cervello dedicata all'elaborazione della visione; una porzione di cervello che il Sapiens, con occhi più piccoli perché proveniente dall'assolata Africa, poteva usare per il pensiero creativo, per la comunicazione, per la socialità.

In qualche misura, però, i Neanderthal sono sopravvissuti. Perché è abbastanza accertato ormai che nell'epoca di convivenza delle due specie ci sia stata qualche mescolanza tra le due razze: frammenti dei geni dei Neanderthal sono sopravvissuti nel codice genetico umano.