Game of Thrones, o Il trono di spade come è stata intitolata in italiano la serie tratta dalla saga di George R.R. Martin, è abbastanza chiaramente un prodotto fantasy, ma siamo certi che buona parte dei nostri lettori la segua ugualmente, trattandosi di una delle migliori serie fantastiche degli ultimi anni.

Ha fatto clamore un paio di giorni fa, a stretto giro della messa in onda del primo episodio, il comunicato stampa della Aiart, un'associazione nata per iniziativa di Azione Cattolica e che a suo dire "riunisce sotto la sua bandiera tutti gli spettatori cattolici d’Italia" (se ci fossero spettatori cattolici che leggono queste righe e che non si riconoscono in questa associazione ci farà piacere se lo annoteranno nei commenti). Riportiamo il comunicato:

«Con un telegramma al Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi l’Aiart chiede l’immediata sospensione del programma Il trono di spade in onda su Rai 4 alle ore 21 di giovedi. Per il presidente dell’associazione spettatori cattolici, Luca Borgomeo “il programma è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l’oscar della depravazione. È tollerabile che la Rai, servizio pubblico, alle 21 entri con un programma a luci rosse nelle case degli italiani? Si obietta che basta cambiare canale per non subire lo squallido programma: certo, ma perché in un Paese civile si deve sopportare l’incultura del servizio pubblico radiotelevisivo? La risposta amara – conclude Borgomeo – è semplice: chi viola il buon senso e sperpera danaro pubblico è sicuro di non incorrere in sanzioni; chi dovrebbe erogarle è in tutte altre cose affaccendato!."»

Che Game of Thrones metta in scena una buona dose di sesso e di violenza è innegabile. Forse anche in eccesso, soprattutto nella prima stagione; la serie è stata anche criticata (o presa in giro) su questo punto, per quanto sia abbastanza normale trovare in varia misura questo tipo di eccessi sulle serie prodotte dalle tv via cavo americane (si pensi a Miracle Day, a True Blood o a Spartacus).

Ma ha senso nel 2013 imporre la censura alla televisione su queste basi? Oggi lo spettatore/utente può vedere film o serie tv sulla televisione pubblica come su quella privata o via satellite, può acquistare dvd o scaricare video, legalmente o illegalmente, via internet. Se anche si accettasse il principio di uno stato educatore che vieti la visione di opere che violi certi principi morali, "chiudere" un solo canale non otterrebbe altro risultato se non quello di far funzionare di più i canali alternativi.

A quanto sembra questo è ammesso dalla stessa Aiart, che si spinge oltre affermando che si tratta di una serie "volgare", "pornografica", "uno squallido programma". Si passa quindi sul piano della valutazione critica di Game of Thrones, sostenendo quindi implicitamente che la richiesta di censura non sia mirata alla purificazione dello schermo televisivo da immagini di violenza e di sesso, etero e omosessuale (visti i precedenti dell'Aiart che in un'altra occasione aveva accusato Rai 4 di trattare argomenti come "omosessualità e razzismo", con un accostamento che ci fa rabbrividire) ma a sanare lo sperpero di denaro pubblico nell'acquisto di qualcosa di così basso livello da essere qualificato squallido e pornografico.

Ieri è arrivata la risposta di Carlo Freccero, direttore di rete di Rai4, persona notoriamente appassionata di fantascienza e di fantastico e anche di ottimo gusto nelle scelte, come il palinsesto di Rai4 dimostra facilmente, e come si può leggere nell'intervista rilasciata alla nostra rivista Robot l'anno scorso. Freccero punta direttamente a questo punto, la qualità della serie. 

«Si legge che Il trono di spade "è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l’oscar della depravazione". In realtà gli autori si sono impegnati non solo a ottenere ampi riscontri  di  pubblico, ma pure a guadagnare o a concorrere fino alle fasi finali, dei principali premi della TV Americana e fantastica. La prima stagione per esempio ha vinto lo Hugo Award e il più antico e prestigioso Peabody Award con queste motivazioni: "Il Trono di Spade va molto al di là di un fantasy di routine, provocando domande sull’essenza del potere e dell’impotenza, sul desiderio di regnare e sull’atto stesso del regnare. […] Il trono di Spade riceve il Peabody Award per aver interrogato il concetto di autorità all’interno di un contesto d’intrattenimento ma tematicamente ricco". Senza poi contare i moltissimi riconoscimenti tecnici e al cast ottenuti, oltre alle nomination come miglior serie drammatica ai Golden Globes e agli Emmy Awards. Ha ricevuto attenzione da parte di vari studiosi che gli hanno dedicato pubblicazioni filosofiche, ed è universalmente riconosciuta come uno dei vertici assoluti della Tv di Qualità. Certo affronta contenuti adatti a un pubblico maturo, e come tale viene trasmessa da Rai4, con tanto di bollino rosso e alcuni tagli per il passaggio in prima serata. La brutalità e la sessualità del Trono di spade non hanno però lo scopo di titillare o traviare il pubblico, ma di trattare il mondo diegetico con il realismo imposto dal racconto in modo relativamente inedito per il genere fantasy. Senza le situazioni criticate da AIART, il senso di pericolo e la descrizione delle pulsioni dei protagonisti verrebbero a mancare, falsando completamente il ritratto, fantastico ma verosimile di uno spietato gioco di corte pseudo-medievale. Sarebbe come chiedere di rimuovere dalla mitologia le azioni più crudeli degli Dei o di espungere dalle tragedie greche i passaggi più violenti, come la morte di Clitennestra nelle Coefore di Eschilo.»

Cosa ne pensate?