Ancora un corto da Supinfocom, la scuola di animazione digitale di Valencienne, a nord della Francia. Come esame di laurea, tutti gli studenti – da soli o in gruppo – sono tenuti a elaborare un breve filmato in computer grafica come summa dei saperi acquisiti. È così che sono nati 8 bits (un corto selezionato in breve tempo per il Sundance Film Festival, visibile qui), Entre la lumiere e Maximall (visibili qui). I risultati talora mettono in evidenza soprattutto le doti tecniche, dal momento che puntano tutto sul comparto visivo, talora riescono a comunicare emozioni e – nel loro piccolo – a presentarsi come piccole poesie.

Ora è la volta di Chernokids, lavoro collettivo (cinque gli autori) dal sicuro impatto estetico, anche per il misto di tecniche impiegate, e – al contempo – dal tema piuttosto delicato, che non ha mancato di sollevare qualche discussione. Andando infatti a scorrere la pagina Youtube su cui è stato pubblicato, non mancano commenti persino indignati.

Chernokids, come si intuisce dal titolo, ha infatti come tema di fondo il disastro nucleare di Chernobyl e le gravi conseguenze in termini di salute sui bambini. E sceglie di declinarlo con un linguaggio visivo sospeso fra la pulizia di un cartoon della Pixar e gli eccessi supereroistici tipici dei fumetti Marvel o DC.

Sebbene la trama non sia delle più lineari e forse alcuni passaggi si affidino a un simbolismo non del tutto chiaro (è pur sempre un lavoro di giovani laureandi), Chernokids in sostanza racconta – in un crescendo visionario all’insegna dello squilibrio mentale – la storia di un gruppo di bambini mutati in seguito alle radiazioni.

Dal contesto sembra che vivano in un orfanotrofio e, proprio per questo, decidono di portare un dono speciale alla loro comune "madre", ma sul cammino verranno ostacolati da un contingente di "soldati" contro i quali ingaggiano uno scontro senza esclusione di colpi. Le virgolette sono d’obbligo perché la trama da subito si complica sovrapponendo la realtà a ciò che, forse, è solo nella testa dei bambini. E l’interpretazione di cosa sia la "madre" viene suggerita ma non spiegata.

Piaccia o no (fateci sapere le vostre sensazioni), il corto è riuscito a guadagnarsi una certa attenzione, tant’è che è rientrato fra i selezionati del festival internazionale dei corti di Clermont-Ferrand (edizione 2011). Buona visione.