"Per me è piuttosto strano tornare in questo film, in un genere che tutto sommato non mi sta particolarmente a cuore, anche se mi rendo conto che vi è un'alta percentuale di pubblico che segue quel tipo di film. Anche per questo cerco di dare il massimo in questo personaggio così tormentato."

Così Jamie Lee Curtis esordisce al Vancouver Sun, parlando di Laurie Strode, la protagonista che, nell'ultimo episodio di Halloween, decapitava (per sempre, lei credeva) l'indistruttibile Michael Myers. E' proprio questo fattore psicologico che giocherà un grande ruolo nell'imminente ottavo film della serie, Halloween: The Homecoming, in cui la donna deve affrontare una grave sindrome da stress post-traumatico che, dopo averla condotta nei bui tunnel di alcool e droga, la farà finire addirittura in una clinica psichiatrica.

"Laurie arriva davvero al limite della propria sanità mentale - spiega la Curtis - addentrandosi in luoghi da cui è molto difficile tornare e sarà forse proprio in questa dimensione che avverrà un incontro con il suo antagonista di sempre. So per certo che a un certo punto lui (Michael Myers) comparirà, anche se non sono sicura del quando e del come, ma sicuramente non avverrà in modo banale!".