I suoni del silenzio è il titolo di un nuovo volumetto antologico di Vittorio Catani pubblicato dalla editrice musicale Florestano, di Bari (pagg. 89, € 12,00, introduzione di Massimo Del Pizzo). L’autore propone tre racconti accomunati da un fil rouge: la musica. La presentazione al pubblico avverrà martedì 19 gennaio a Bari, ore 18,30, nella sala della storica Casa musicale barese Giannini. Relatori lo stesso Del Pizzo, docente universitario nonché poeta e saggista, e Alessandro Romanelli, critico musicale. Elisa Robino leggerà alcuni brevi estratti; si alterneranno esecuzioni musicali (pianoforte) e vocali (voce e pianoforte), in sintonia con il contenuto dei testi.

Non da ora Catani mescola musica e fantascienza. Uno suoi suoi primissimi racconti, I Melomani, fu pubblicato nel 1966 sulla piacentina Galassia. Da segnalare anche il suo esteso saggio Musiche da tutti gli universi (in Mi sono perso col cosmo tra le mani, Delos Books 2008).

I tre titoli del volume in presentazione – già editi in anni trascorsi, ora riuniti  – sono I suoni del silenzio, Sogno di mille laghi, La musica è finita. Il primo è più una  storia di fantastico puro e ha per protagonista il compositore viennese Arnold Schönberg (1874-1951), ideatore del rivoluzionario metodo di composizione dodecafonico.

Il secondo racconto vira sul fantasy e coglie il musicista finlandese Jean Sibelius (1865-1957) in un momento critico della seconda guerra mondiale, allorché egli portava a compimento una misteriosa Ottava Sinfonia mai ritrovata dopo la sua morte; nella storia intervengono personaggi del Kalevala, il poema nazionale epico-mitologico della Finlandia, tante volte evocato nelle opere strumentali e vocali del compositore.

La musica è finita, storia conclusiva, è fantascienza e si svolge in un futuro prossimo in cui mercificazione e banalizzazione della musica diventano uno specchio di quanto accade nel sociale e nel privato.

Ma “perché” la musica?

Essa è fonte di misteri: “cantare” ha la stessa radice di “incantesimo”. La musica rappresenta un controsenso: è un linguaggio asemantico, che cioè ci parla di qualcosa, ma non sapremmo dire con precisione cosa. La musica è l’unica arte invisibile e che esiste solo come esperienza temporale, in quanto mondo impalpabile e fuggevole di suoni in successione. Più fantastico di così…