Data la presenza di questi ed altri riferimenti alla cultura nipponica, è dunque più facile

comprendere come la saga di Lucas sia stata accolta con entusiasmo in Giappone, divenendo fin da subito oggetto di citazione in numerosi anime. Alcuni degli esempi più eclatanti di queste citazioni sono riscontrabili nella serie tv robotica Daitarn 3 (formata da 40 puntate, trasmesse originalmente in Giappone dal 03 giugno del 1978 al 31marzo del 1979), dove fin nella sigla di testa viene brevemente mostrato un duello tra due personaggi (il protagonista Haran Banjo e una sua nemica meganoide) entrambi armati con una spada laser, cioè la tradizionale arma dei cavalieri Jedi. Nel corso di Daitarn 3 divengono poi ancora più espliciti i riferimenti al film di Lucas, basti pensare che nell’episodio 22 dell’anime, c’è un personaggio intenzionato a realizzare un remake di Guerre Stellari (vedasi il nuovo e più corretto doppiaggio italiano presente nei dvd della serie editi da Dynit, poiché nella prima edizione italiana di Daitarn, il film di Lucas venne ribattezzato “la guerra degli spazi”)! Nell’episodio 32, invece, un comandante meganoide cerca di distruggere la villa in cui vive Banjo, servendosi di un satellite artificiale (dalla forma di un piccolo pianeta), collocato nello spazio e dotato di un devastante cannone energetico. Il fatto che il nome originale nipponico del satellite del meganoide sia “Death Star” (cioè il nome originale inglese della “Morte Nera” presente in Guerre Stellari), rende davvero palese quale sia stata la fonte di ispirazione dello staff di Daitarn 3. T

ra i tanti anime in cui è avvertibile l’influenza della saga di Lucas, segnaliamo Gundam (una delle armi principali del robot protagonista è una sorta di spada laser), Trider G7 (dove il malvagio Lord Zakuron combatte armato di una gigantesca spada laser rossa) e soprattutto il film cult d’animazione Addio Galaxy Express 999 – Capolinea Andromeda (1981) di Rin Taro, in cui il protagonista Tetsuro (“Masai” nell’edizione italiana della rispettiva serie tv) deve scontrarsi con un misterioso e oscuro cavaliere robotico chiamato Faust, il cui volto è parzialmente coperto da una sorta di elmo.

Come accade a Luke Skywalker nel duello con Dart Fener nel finale de L’Impero colpisce ancora, anche Tetsuro non è consapevole di chi si nasconda realmente dietro l’elmo del suo avversario… Anche a distanza di molti anni, la saga di Lucas continua ad affascinare, influenzare ed entusiasmare gli artisti nipponici, basti pensare che alla fine degli anni Novanta vennero realizzati degli adattamenti manga dei tre film della trilogia classica, insieme alla versione a fumetti del film Star Wars Episodio I – La Minaccia Fantasma (1999), curata da Kia Asamiya (autore dei manga Silent Möbius e Dark Angel).

Quel che qui ci preme sottolineare con la descrizione della reciproca influenza tra opere nipponiche e americane, è quanto siano affascinanti e potenzialmente molto fruttiferi i contatti e i reciproci scambi culturali tra due paesi apparentemente lontanissimi come gli USA e il Giappone, ma dove, in realtà, gli artisti possono accogliere con interesse, passione e curiosità opere prodotte in altri paesi o addirittura in altri continenti, arricchendo così il proprio bagaglio culturale e creando dei punti di contatto tra le loro culture e le loro nazioni, utili a favorire quell’integrazione culturale e quel dialogo tra popoli di origini diverse che, oggigiorno, fin troppo spesso mancano a causa della paura, della diffidenza e dell’intolleranza verso tutto ciò che proviene da paesi diversi da quello in cui si vive.