Uno stereotipo che – seppur con eccezioni – sopravvivrà fino alla metà degli anni Sessanta quando emergeranno nuove autrici che introdurranno, in qualche modo, le tesi della Teoria femminista nelle loro opere. In tal senso, un anno spartiacque può senz’altro considerarsi il 1969, quando fu pubblicato La mano sinistra delle tenebre (The Left Hand of darkness, 1969) di Ursula K. Le Guin, prima donna a vincere il premio Hugo nella categoria romanzo.L’opera è ambientata su Gheten, un pianeta in piena glaciazione, abitato da una razza di esseri umani ermafroditi: soltanto in alcuni periodi dell’anno si differenziano sessualmente, assumendo caratteristiche sessuali maschili o femminili secondo il partner del momento. Genly Ai è un inviato dell’Ecumene, l’insieme dei mondi civilizzati. La sua missione è di convincere i governanti di Gheten, ad allearsi con la federazione di pianeti che rappresenta. Ben presto, però, si ritroverà intrappolato negli intrigati giochi politici dei leader di Gheten. Imprigionato e costretto a subire estenuanti interrogatori, Genly Ai riuscirà a fuggire con l’aiuto di un gheteniano, ma sarà obbligato a intraprendere un pericoloso viaggio lungo le distese ghiacciate del pianeta.La mano sinistra delle tenebre si regge su tutta una serie di dualismi, mutuati da antiche religioni come il manicheismo e da filosofie orientali come il taoismo: luce/tenebre, maschio/femmina, caldo/freddo, paura/coraggio, vita/morte.L'universo manicheo, ad esempio, si suddivide in due regni nemici, quello della Luce (Spirito) e quello delle Tenebre (Materia). Così come nel taoismo, il simbolo dello Yin e Yang indica le due forze metafisiche supreme che, opposte e complementari l'una all'altra, determinano, con il loro alternarsi ciclico, l'origine dell'universo e l'equilibrio vitale.È evidente anche la matrice femminista del romanzo: su Gheten non esiste la prostituzione, non c’è un sesso che predomina sull’altro, non ci sono mai state neanche le guerre. La procreazione non è un “compito” tutto femminile, ma appartiene a tutti gli abitanti del pianeta alieno.Con questo romanzo, la Le Guin prova così a scardinare le prefissate categorie culturali della nostra società, a togliere le barriere che separano il maschile dal femminile, a ridefinire ruoli sociali stabilmente ancorati alla cultura Occidentale.

Entrambi fuggiaschi, Estraven l’alieno e Ai l’umano si ritrovano soli nelle sperdute lande ghiacciate del pianeta. Estraven è in Kemmer, il periodo sessualmente attivo dei gheteniani, Genly Ai è uno straniero in terra straniera: per sopravvivere in un ambiente così inospitale devono fidarsi l’uno dell’altro, ridefinire le proprie identità e imparare a combattere i propri pregiudizi.

Oltre alla Le Guin, non possiamo non citare anche l’apporto di Joanna Russ all’introduzione delle idee femministe nella science fiction e il suo capolavoro Female Man (The female man, 1975). La Russ ha scritto anche un racconto - Quando cambiò (When It Changed, 1972), vincitore del premio Nebula, e inserito da Harlan Ellison nell’antologia Again, dangerous visions, del 1972, seguito della più famosa Dangerous Vision – considerato un preludio a The Female Man.

In una sperduta colonia, un virus ha sterminato selettivamente l'intera popolazione maschile.

Le donne, per sopravvivere, hanno imparato a riprodursi con la fusione degli ovuli, costruendo una società basata su valori femminili (collaborazione, non-competitività), e sull'amore fra donne. L'arrivo dallo spazio dei maschi, esseri gretti e rozzi, impone con la violenza un nuovo (ossia vecchio) ordine di cose...