Ci giunge notizia dal Giappone che Eden, il fumetto che ha portato al successo il mangaka Hiroki Endo, si concluderà con il tankobon numero 18.

Pubblicato dalla Planet Manga dal 2000 e nominato miglior manga del 2007 da parte della rivista americana Wizard, Eden è un fumetto fantascientifico piuttosto atipico che ha saputo farsi conoscere tra gli appassionati di tutto il mondo e ha apportato senza dubbio una boccata d'aria fresca al sottogenere cyberpunk.

Riassumere la storia di Eden non è certo una cosa facile: in un mondo sconvolto da una terribile epidemia, l'umanità rischia di estinguersi. Passano gli anni ma nonostante le grosse perdite l'umanità (a detta di uno dei personaggi l'unico errore di Dio) ancora popola la Terra perchè le nuove generazioni sono riuscite a sviluppare anticorpi alla malattia. Nel frattempo le vecchie potenze non esistono più e sono state sostituite da altre: adesso a comandare c'è Propater, ex organizzazione segreta dedita alla lotta contro la vecchia e corrotta leadership mondiale. Dall'altra parte c'è Nomad, organizzazione terroristica che si batte contro la politica unilaterale di Propater radunando persone da tutto il mondo, reietti, criminali, terroristi, mercenari e oppressi. A finanziare Nomad c'è Enoa Ballade, il più grande spacciatore dell'America Latina e padre del protagonista, Elia Ballade.

Questa però è soltanto una linea gialla, ovvero una macrotrama che si accosta a tutta una serie di storie minori. Per quanto esista un protagonista a tutti gli effetti, Eden è un grosso gioco corale dove nulla è lasciato al caso e ogni personaggio viene narrato e descritto per dare corpo alla visione che Endo ha della realtà. C'è Helena, la prostituta dal cuore d'oro, c'è Kenji, il mercenario giapponese che ha vissuto ogni tipo di sofferenza, c'è Gina, la sorella di Elia tossicodipendente per vendetta contro il padre e poi vittima delle strategie di Propater, e poi tutta una serie di personaggi che sarebbe impossibile elencare in questa sede.

Ad unire tutti quanti c'è l'essere sopravvisuti a qualcosa e cercare in ogni modo di andare avanti mettendo insieme i cocci della propria vita infranta. Nel mondo descritto in Eden non ci sono più ideologie, nessuno crede più al sogno di un mondo migliore e chi lo fa viene irrimediabilmente spezzato, dalla politica o dalla vita. In questo mondo la preghiera è solo una consolazione per chi non sopporta la crudeltà di questo mondo e non c'è salvezza per nessuno. Ognuno dei personaggi di questo manga cerca in ogni modo per cercare di creare in terra, sotto i propri piedi, il paradiso da cui gli uomini sono stati cacciati, l'Eden, ciascuno nella maniera più diversa. C'è chi vuole fuggire dalla favela, chi cerca una patria, chi vuole abbandonare l'organizzazione mafiosa per fuggire con la propria amata, chi cerca la salvezza cercando di aiutare gli altri. Puntualmente nessuno ci riesce, tutto gira sempre in tondo.

Per quanto Eden abbia un grosso debito con Neon Genesis Evangelion e con Katsuiro Otomo, riesce a trovare una propria strada sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista narrativo rispetto al genere cyber punk e al genere fantascientifico. Le ambientazioni non hanno nulla a che fare con le ambientazioni angoscianti di Blade Runner o di Ghost in the Shell. Tutto è calato in un'atmosfera riconducibile alla nostra, solo alcune trovate danno l'idea di un mondo futuribile (come le armi utilizzate o i computer quantistici). Il punto fondamentale è questo: Endo non vuole ricreare un mondo, come George Orwell in 1984: la storia è ambientata nel futuro per parlare meglio del presente.

Una lettura che consiglio a chiunque insomma.