Sarebbe sufficiente la presenza nel cast di un trittico di grandi attori come Tim Curry, Christopher Lee e Jeremy Irons per giustificare la visione di questo Colour of Magic, ma quando di mezzo c'è anche la storia di uno dei più apprezzati autori Fantasy del mondo allora ci troviamo di fronte ad un vero e proprio must per ogni appassionato del genere.

The Colour of Magic è infatti l'adattamento televisivo del primo romanzo della serie Discworld pubblicato nel 1983 che ha reso celeberrimo Terry Pratchett facendolo tradurre in oltre trenta lingue, e bissa il successo ottenuto da Sky One di Hogfather presentato nel natale 2006.

La storia narra delle peripezie del cinico e buffissimo Rincewind (Scuotivento), il mago più incompetente del disco che dopo oltre 40 anni di tirocinio viene defenestrato dalla Unseen University, l'Università Invisibile per i maghi della città di Ankh-Morpork, per non essere riuscito a sostenere neanche un esame in tutti quegli anni.

Tim Curry interpreta il perfido Trymon
Tim Curry interpreta il perfido Trymon

Scuotivento diventa quindi involontaria guida per il primo turista che il mondo del disco abbia mai conosciuto: l'occhialuto ed entusiasta Twoflowers interpretato da quel Sean Astin che ormai tutti associano all'hobbit Sam del Signore degli Anelli.

Questa coppia squinternata si avventurerà dalla lercia città di Ankh-Morpork sino ai confini del mondo del disco (e oltre), passando per la terra dei draghi del Wyrmberg e le Pianure Vorticose in una girandola di situazioni divertenti e paradossali che sono un po' il marchi di fabbrica di Pratchett.

La trama e i personaggi si discostano sovente da quelli del libro ad esempio è un vero peccato che sia stata saltata a piè pari tutta la parte di Bel-Shamharoth che è uno dei pezzi forti del ciclo con il mostro Lovecraftiano e gli Dei dai nomi impronunciabili che si divertono a giocare ad un gioco di ruolo con le vite dei mortali.

Scuotivento e Twoflowers in azione
Scuotivento e Twoflowers in azione

Punto di forza di questo adattamento televisivo è Cohen il Barbaro, parodia del Conan di R.E. Howard. Assolutamente disgustoso e divertente Cohen è un 86enne semischeletrico, interpretato da David Bradley (Argus, il famoso bidello di Hogwarts in Harry Potter), con un occhio solo e una specie di dentiera che ne impedisce la pronuncia corretta delle parole, ma dalla forza ancora sovrumana in combattimento e che riesce per giunta a fare breccia nel cuore di una bella ventenne.

Esilarante la presentazione del personaggio ripresa direttamente dal film di Conan con un gruppo di guerrieri mongoli che dentro a una tenda, davanti a un fuoco scoppiettante definiscono ciò che ha valore per un vero uomo:

Cos'e' che un uomo puo' definire la gioia massima della vita? L'orizzonte infinito sotto ai tuoi piedi? Il vento tra i capelli? Montare un cavallo fresco? O forse la vista del tuo nemico trucidato?L'umiliazione della sua tribu'... e il lamento delle sue donne?

Cohen the Barbarian con la sua spasimante!
Cohen the Barbarian con la sua spasimante!

e Cohen il Barbaro risponde: Acqua calda, un buon dentista e carta igienica morbida.

Questo la dice lunga sul tenore del film, ironico, divertente nella migliore tradizione dell'humour britannico alla Monty Phyton, impreziosito dalla presenza degli attori citati in apertura. Peccato solo che l'evidente assenza di un budget di alto livello abbia generato una serie di effetti speciali mediocri che mortificano spesso la qualità dell'opera.

A detta degli autori questo dovrebbe essere il primo di una serie di film ambientati nella stermitata produzione di libri di Discworld.

Un buon inizio.