In origine, il problema era uno solo: il crollo dell'audience.

Negli Usa non sono molto delicati in queste cose e se il tuo telefilm preferito perdeva pubblico nel corso di una stagione, l'emittente lo toglieva dalla programmazione senza tanti complimenti, sostituendolo con repliche di qualsiasi cosa.

Poi venne il problema numero due: il cambio di giorno.

Per motivi che sfuggono alle nostra capacità, ogni tanto un canale decide di spostare uno dei loro telefilm in un altro giorno e magari anche altra ora. Il risultato è il crollo dell'audience e la sua chiusura repentina.

In tempi più recenti abbiamo avuto il geniale ma inconstante JJ Abrams, capace di abbandonare una serie di successo per seguirne un'altra, lasciando la precedente al suo destino.

Ma all'alba del 2007, si scopre che i problemi per una serie tv non sono finiti e l'esempio più recente è dato dalla neonata Donna Bionica: gli sceneggiatori Glen Morgan e Laeta Kalogridis, che avevano scritto proprio il pilot, hanno bruscamente lasciato la serie, seguiti a ruota dal produttore esecutivo Jason Smilovic.

Nel frattempo la NBC aveva assunto Jason Katims perché seguisse un numero limitato di episodi. Ma dopo le defenzioni gli hanno letteralmente messo in mano la serie, con la seguente benedizione: "fanne quello che vuoi".

Quello che lascia più perplessi è che Katims originariamente si occupava di Friday Night Lights, una serie ambientata nel mondo del football, quindi non molto attinente alla vicende della Donna bionica.

Segue poi quella che all'apparenza sembra una buona notizia: la NBC ordina lo script di ulteriori tre episodi sia per la Donna bionica che per Journeyman e Chuck, il che porterebbe il numero degli episodi previsti da 13 a 16.

Ma il dubbio è che non si tratta tanto di una grossa dose di fiducia da parte dell'emittente, quanto del panico creato dall'imminente sciopero degli sceneggiatori, voluto dalla WGA (Writers Guild of America), cioè l'associazione degli sceneggiatori americani, che vogliono un nuovo contratto per la loro figura professionale.

I problemi che questo sciopero può causare sono evidenti se si pensa che in pratica, a parte i primi episodi, scritti durante l'estate, gli altri vengono messi su carta mentre si gira la serie, col risultato che tra un mese, quando lo scioperò inizierà, non ci sarà più nulla girare e i telefilm si fermerebbero più o meno intorno al loro ottavo episodio, creando un buco di programmazione paragonabile a quello (voluto) di tre mesi tra le due parti della terza stagione di Lost.

Non è la prima volta che accade un fatto del genere: a Hollywood ancora ricordano con orrore i lunghi mesi di sciopero nel 1988, quando ne fece le spese anche Star Trek The Next Generation, con un pessimo inizio di seconda stagione composto in parte da sceneggiature scartate da serie precedenti e riciclate.

E proprio oggi emerge un nuovo dettaglio: la General electric, proprietaria del gruppo NBC  Universal, potrebbe stare considerando l'idea di vendere la rete televisiva.

Un portavoce della GE ha dichiarato al Financial Times che non è nelle loro intenzioni fare una cosa del genere, perché la NBC è una grossa forne di guadagno. Ma gli analisti ribattono: è proprio per questo che la GE lo starebbe considerando, la sua vendita varrebbe svariati miliardi di dollari. e l'mpressionante pacchetto intero comprenderebbe la NBC, CNBC, MSNBC, USA Network, Bravo e anche Sci Fi Channel.

E pensare che Jamie Sommers pensava di doversela vedere solo con il prototipo che l'aveva preceduta.