Uno dei modi più originali i cui è stato festeggiato il 4 di luglio negli Stati Uniti arriva dall’università del Texas, ma in questo caso i festini alla Animal House non c’entrano nulla.

Due studenti di ingegneria elettronica, Jang-Bae Jeon e Carlo Foresca, hanno creato la prima bandiera nanotecnologica, con tanto di asta per reggerla. L’altezza di quella che è la bandiera più piccola del mondo è di 7 micron, laddove, tanto per fare un esempio, lo spessore di un capello umano è di circa 100 micron.

Per realizzarla è stato usato un fascio di ioni (la versione microscopica di un raggio laser) che ha disegnato le 13 strisce e le 50 stelle su un wafer di silicio, dopodichè è stata “innalzata” sulla sua asta appositamente creata grazie a un nanomanipolatore. E se pensate che io abbia capito cosa c’è scritto in queste tre righe vi sbagliate di grosso.

"Grazie al nanomanipolatore," dice Jeon, "siamo in grado di spostare con precisione gli oggetti tecnologici nel punto desiderato. È possibile usarlo nell’industria dei semiconduttori, se qualcuno vuole modificare un circuito, noi possiamo tagliarlo e collegarlo nuovamente."

Il loro professore, Moon Kim, dice che la nanoteconologia è un mondo bidimensionale e che questa nuova tecnologia dà la possibilità di costruire oggetti in 3 dimensioni.

Il suddetto manipolatore è stato creato dalla Zyvex, una società nanotecnologica con sede a Richardson, Texas. "Stiamo cercando di testare le capacità della macchina" dice Foresca.

Essere così all’avanguardia ha creato però una svantaggio: il Guinness dei primati ha rifiutato di accettare la bandiera come record mondiale per un semplice motivo: non hanno i mezzi per riuscire a vederla.

Ma i due studenti si accontentano di augurarsi che questa nuovo processo possa far progredire la nanotecnologia, un mondo di possibilità che può essere visto solo al microscopio. E nel frattempo, vogliono riprovarci con il Guinness dei primati realizzando la bandiera del Texas: altezza, 4 micron.