Per questa estate si prevede tempo instabile, il ritorno del costume intero e l'arrivo di un altro remake, nientepopodimeno che il rifacimento di un classico della fantascienza e dell'animazione giapponese: Ghost in the Shell.

Mamoru Oshii, regista che in passato è riuscito a rendere qualcosa di profondo Lamù (chi non ricorda la criptica vicenda che tutt'ora affascina e sconcerta di Lamù-Beautiful Dreamer?) e che con la stessa maestria ha reso celeberrima nel mondo un serie animata senza infamia e senza lode come Patlabor grazie a due film di tutt'altra fattura in quanto a qualità narrativa e grafica (Patlabor e Patlabor 2), torna negli schermi questa estate non solo con il nuovo The Sky Crawlers ma anche con il rifacimento dell'opera che l'ha imposto agli occhi del mondo, ovvero Ghost in the Shell. Dal 12 luglio (quindi poco prima l'uscita di The Sky Crawlers che sarà il 2 agosto) nelle sale cinemtografiche giapponesi uscirà la nuova versione del film, chiamata, facendo un omaggio alla fantasia, Ghost in the Shell 2.0.

Quali le differenze con il lungometraggio del 1995? Più che altro un sostanzioso restyling grafico, con l'inserimento della computer graphic laddove la tecnologia e il budget dell'epoca non potevano permetterne l'utilizzo (si dice che il film originale duri solo un'ottantina di minuti perchè si era speso davvero troppo per l'animazione, sacrificando la lunghezza complessiva del film e costringendo a tagliare).

Visto che non è il primo articolo in cui in questa sede si affronta il tema restyling (si è anche parlato del rifacimento cinematografico di Neon Genesis Evangelion), sorge spontanea una domanda: perchè?

Perchè rifare delle opere che sono già perfette? Perchè aggiungere altro a quello che è il frutto di un perfetto equilibrio, ovvero la bellezza? E allora varie risposte possono spuntare nelle teste di chi legggerà questo articolo: mancanza d'idee, voglia di fare soldi facili, incapacità di rischiare da parte di produttori e creativi. In effetti, come si potrebbe essere in buona fede? Questi rifacimenti sembrano quasi confermare l'idea che vaga nella testa di molti appassionati o semplici intenditori, ovvero che l'aumento delle possibilità date dalle nuove tecnologie non sia stato accompagnato da uno sviluppo di idee nuove. D'altronde la parte più difficile da realizzare in un film, una serie Tv o un fumetto è la storia, il motivo per cui ognuno di noi segue ognuna di queste cose, e qui non c'è pc o programma che possa supplire (anche se Orwell mi contraddirebbe, visto quanto predice in 1984).

Non ci resta che vedere come sarà anche questo remake, ma stavolta senza vedere il live action di Cutie Honey: adesso optererei per Lamù o Patlabor...