Joan Vinge, laureata in antropologia, sposata con Vernon Vinge, professore di matematica all'università di San Diego, nonché rinomato scrittore di fantascienza che ha vinto due Premi Hugo con romanzi spettacolari come Universo Incostante e Quando la luce tornerà, ha iniziato la sua carriera di autrice nel lontano 1974 con The Soldier, apparso su Orbit, l'antologia periodica curata da Damon Knight. Joan Vinge è una scrittrice che sa quello che scrive, il suo stile asciutto conferisce alle sue narrazioni una certa credibilità, anche se la sua statura artistica non è assolutamente paragonabile a quella del marito e tentare anche solo di fare un paragone della scrittrice con grandi sue colleghe come Ursula Le Guinn e Octavia E. Butler è pressoché impossibile; la Vinge scrive punto e basta, U. Le Guinn e O. E. Butler non si limitano a scrivere, fanno della fantascienza che non di rado sfiora l'autentica poesia mistica quanto filosofica.

Il riconoscimento per la sua fatica è arrivato nel 1977 vincendo il premio Hugo con il romanzo breve Occhi d'ambra (Eyes of Amber), apparso su Astounding Science Fiction; successivamente la Vinge ha conosciuto un discreto successo vincendo per la seconda volta il Premio Hugo nel 1981 con il romanzo La regina delle nevi (The Snow Queen). Nonostante abbia vinto due premi Hugo, la Vinge non è in grado di sviluppare storie di largo respiro, di quelle che rimangono nella storia; i suoi romanzi trovano riscontro e presso il pubblico e la critica giusto il tempo della moda letteraria del momento storico/letterario, dopo vengono facilmente dimenticate: indubbiamente sa scrivere, ma non è artista a trecentosessanta gradi.

Occhi d'ambra è il ritratto di una civiltà aliena su un mondo alieno primitivo; i terrestri con una loro sonda giungono sul pianeta aliena e presto la sonda viene raccolta da una sorta di donna-killer che vede in essa un Demone, un essere che potrebbe aiutarla nelle sue operazione di eliminazione di alcuni personaggi scomodi. Ma la sonda non è il Demone che la donna-killer crede che sia: essa non ha alcun sospetto che trattasi di un vile mezzo meccanico, non ha le conoscenze né la cultura per comprendere la verità; per il killer la sonda terrestre è un Demone. I terrestri grazie alla sonda tentano di stabilire un contatto con quel mondo alieno e primitivo; tuttavia le difficoltà di comunicazione sono immense, perché i due mondi nulla hanno in comune: la Terra è una civiltà evoluta mentre il mondo alieno è ancora avvolto dalle nebbie di quello che sembrerebbe un interminabile medioevo culturale, morale, etico e religioso. Il killer, vengono a scoprire i terrestri, è stato incaricato di compiere un omicidio per motivi di interesse territoriale; a questo punto sulla Terra gli addetti ai lavori tentano di distrarre il killer dal suo proposito, ma nessuna argomentazione sembra servire a far cambiare idea all'alieno-killer...

In Nave incendiaria la Vinge dà vita ad un nuovo tipo di cyborg; il cyborg della Vinge è un essere che si interfaccia con un'altra coscienza pseudo-umana racchiusa nel limitato spazio di una sorta di computer portatile. Il protagonista è un cyborg dalla doppia personalità che è genuinamente umano solo quando è interfacciato con la sua coscienza informatica. Coinvolto suo malgrado in un intrigo politico internazionale, il cyborg della Vinge alla fine dell'avventura scoprirà che nonostante la sua doppia natura umana/cibernetica è ancora capace di provare sentimenti e amare il genere umano.

In La fenice nella cenere, forse il più debole dei tre romanzi proposti in questa antologia della Vinge, si parla della creazione di una società regredita nella barbarie, dove la protagonista, Amanda, è una paria tra la sua gente, ma che non accetta assolutamente questo stato sociale. Amanda si adopera con tutte le sue forze per il suo riscatto sociale.

Occhi d'Ambra è sicuramente il migliore dei tre romanzi brevi proposti nel volume edito dall'Editrice Nord: se è difficile parlare di "capolavoro", è almeno possibile considerare questa storia della Vinge un buon esempio di SF con una sensibilità artistica tutta femminile; La nave incendiaria offre alcuni spunti interessanti circa il connubio uomo-macchina, peccato che la storia si risolva con un lieto fine da romanzo d'appendice in perfetto stile Harmony; La fenice nella cenere affronta i temi razziali, la discriminazione in una società regredita alla barbarie, niente di nuovo, un tema trito e ritrito che la Vinge ha rivisitato senza riuscire a dar vita ad una storia minimamente originale. Se non fosse per il romanzo breve Occhi d'ambra vincitore del premio Hugo, la Vinge passerebbe del tutto inosservata davanti alla critica e i lettori si annoierebbero a morte.