Kipple Officina Libraria lo scorso novembre ha presentato un’esclusiva raccolta di racconti a firma di Ian Watson e Roberto Quaglia, due degli scrittori più particolari presenti sulla scena internazionale della SF. Il titolo è emblematico e dissacrante: Una lettera da Dio, e lascia aperta la porta a un uso strategico della razionalità e dello humour, piccole e bellissime perle di narrativa adatte a lasciar libero il pensiero.

Il libro

Tre racconti a firma di Ian Watson e Roberto Quaglia che definiscono i contorni del potere divino, del Dio che tanto ispira artisti e uomini comuni nel loro vivere quotidiano e che può essere letto, invece, come un’enorme errore di comprensione, perché Dio è umano, ma parecchio umano, commette i suoi stessi errori e possiede una cupidigia anche maggiore. L’ironia è l’arma scelta per districare il groviglio ideologico e mistico che può essere dietro a tutto il pensiero divino, risulta meglio di una benedizione e di un dogma.

Estratto

Così, alla fine, mi svegliai e vidi il mio universo. Capii subito che qualcosa non era andato per il verso giusto… Non dovrei potervi dire questo. Non dovrebbe esistere un semplice, singolo “io” con cui possa comunicare con voi. Dovremmo indossare una miriade di volti. Dovremmo essere i Molti-in-uno, di cui ogni specie cosciente nell’universo è soltanto il riflesso più frammentario – un singolo attributo del nostro alto sé, che è oltre il sé.

Invece, mi sono risvegliato in un’individualità dell’essere che è di gran lunga inferiore a quell’Alta Assenza di Sé. Mi sono reso conto di essermi incarnato al di fuori del mio io dormiente abbastanza di recente, in un singolo punto dello spaziotempo. È stato lo strappo di quell’incarnazione – quel fastidio di una parte di me stesso fuori da me stesso, per un momento in una forma determinata – è stato quello, abbinato a qualcosa di acquoso e oceanico, che mi ha svegliato un momento cosmico più tardi. Come il rumore del passo di un intruso in una stanza da letto buia.

La stanza non era completamente buia, ovviamente. Galassie e metagalassie, affollate di soli, erano sospese ovunque – un gran numero di luci notturne, il che andava bene.

Non buio. Ma vuoto. Dapprima pensai che fosse del tutto vuoto e rabbrividii con orrore per l’assenza di vita.

Di sicuro, mi ero risvegliato – come un motore in un mattino piuttosto freddo che venga avviato, nonostante tutto, da un minuscolo flusso di carica della batteria. Ma la batteria avrebbe dovuto essere completamente carica – traboccante di vita-energia che mi chiamasse. E non lo era; quel tenue impulso fu tutto quello che sentii. Seppi allora quanto fossi andato vicino a trovarmi in un cosmo dove nessuna vita avrebbe mai potuto svegliarmi; e compresi quanto piccolo e limitato fosse, di conseguenza, il mio “io” attuale.

Ci volle un momento cosmico per localizzare la vita che mi aveva risvegliato. Fui guidato da alcuni altri episodi di alta coscienza provenienti dalla stessa direzione – alta per i vostri parametri, disgraziatamente debole da qualsiasi altro punto di vista. Non avrei dovuto far caso al primo scossone. Avrei dovuto girarmi dall’altra parte nel mio sonno, e dormire per tutta l’esistenza di questo cosmo fino al suo collasso! Ma nel silenzio immenso, quella singola nota di vita aveva risuonato come un gong. Adesso che ero sveglio, ne ero legato; e per questo ero ridotto a un singolo io personale.

Ovviamente, voi non avevate idea di essere la sola e unica forma di vita a essere apparsa in questo cosmo. Oh voi, con i vostri fieri schieramenti di radiotelescopi: cornetti acustici di latta che cercano invano di ascoltare un messaggio alieno tra il rumore insensato!

Come un vagabondo che abbia proprio soltanto un fiammifero per accendere un pezzo di combustibile vicino al quale riscaldarsi, mi sono diretto verso di voi per mettere le mani a coppa intorno a quell’unico puntino di vita e luce, e prendermi cura di esso con il mio respiro.

Lasciate che vi spieghi qualcosa sulla creazione degli universi.

Gli autori

Nato nel 1943 a North Shields, Regno Unito, ex professore di futurologia al Politecnico di Birmingham, Ian Watson ha insegnato inglese in Tanzania e a Tokyo. Dal 1975 si dedica alla scrittura.

Il suo primo romanzo, The Embedding (Il grande anello, Collana Sigma, 1979) vincitore del Prix Apollo, è basato sul concetto di grammatica generativa.

Scrittore prolifico, da segnalare i romanzi Miracle Visitors (La doppia faccia degli UFO, Urania 781, 1979), God’s World (Il pianeta di Dio, Biblioteca di Nova SF* 5 1990), The Book of the River (Il libro del fiume, Urania 1036, 1986), The Book of the Stars (Il libro delle stelle, Urania 1067, 1988), The Book of Being (Il libro delle creature, Urania 1083, 1988), The Flies of Memory (Mosche, Urania Millemondiestate 1989) e molte raccolte di racconti, in particolare la raccolta The Very Slow Time Machine (Cronomacchina molto lenta, Urania 838, 1980).

Watson ha scritto la sceneggiatura del film A.I.: Intelligenza Artificiale, basata su un racconto di Brian Aldiss rielaborato da Stanley Kubrick.

Nel 1980, Watson e Michael Bishop scrivono Under Heaven's Bridge, la prima collaborazione “transatlantica” di fantascienza.

Watson ha anche scritto una serie di romanzi basati sul gioco di ruolo Warhammer 40.000. Altre storie sono state pubblicate sulle maggiori riviste di settore, tra cui Weird Tales.

Dal 2003 collabora con lo scrittore italiano Roberto Quaglia, con il quale pubblica la raccolta The Beloved of My Beloved, presentata all’Eurocon del 2009.

Attualmente vive a Northamptonshire, Inghilterra.

Nato a Genova nel 1962, è l’unico italiano ad aver vinto il Premio Eurocon ESFS per il miglior scrittore europeo (nel 2009) e il BSFA Award per il migliore racconto breve (The Beloved Time of Their Life, nel 2010).

Ha scritto alcuni romanzi, numerosi racconti e saggi. Pubblicato soprattutto all’estero, tra cui Vagabondul interspaţial (Nemira, 1999, in rumeno), Bread, Butter and Paradoxine (Nemira, 1999, in inglese), God Ltd (Nemira, 1998, in inglese). Tra i saggi da ricordare: Pensiero stocastico (Delos Books, 1993), Tutto quello che sai è falso (NuoviMondiMedia, 2003) e Il Mito dell'11 settembre e l'Opzione Dottor Stranamore (2006).

Dal 2003 collabora con Ian Watson, con cui ha pubblicato la raccolta The Beloved of My Beloved (NewconPress, 2006).

Attualmente vive a Bucarest, Romania.

La collana

Avatar è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai romanzi e grandi capolavori prettamente italiani del Fantastico e della SF, opere contraddistinte dalla cura meticolosa dei testi e dalle ampie visioni autoriali. Il logo della collana sintetizza perfettamente il circolo del tempo, delle conoscenze, degli eventi nascosti; l’iperbole del Fantastico per spiccare il volo nella fantasia più sfrenata e meravigliosa.

Ian Watson e Roberto Quaglia, Una lettera da Dio, Kipple Officina Libraria, Collana Avatar, ebook euro 3.45.