Quando la fantascienza irrompe nella vita quotidiana possono accadere cose molto antipatiche come un'invasione aliena o la fine del mondo.

Per qualche strano motivo questi e altri fatti disdicevoli sono evidenti a chiunque, tutti ne parlano e ai telegiornali non si sente altro, mentre notizie altrettanto fantascientifiche passano più in sordina, nonostante la loro bellezza.

Tra queste possiamo senz'altro mettere NeuroLife, una tecnica di bypass nervoso elettronico messo a punto dalle équipe coordinate dal dottor Ali Rezai,  della Ohio State University di Columbus.

Il dottor Rezai (in piedi a sinistra) e Ian Burkhart durante i test
Il dottor Rezai (in piedi a sinistra) e Ian Burkhart durante i test

Lo scopo del sistema è permettere a persone paralizzate a causa di lesioni spinali di riprendere il controllo dei movimenti, grazie a un chip cerebrale che trasduce e invia i segnali nervosi a un sistema di elettrodi. 

Il tutto funziona a rovescio rispetto al Visor di Geordi La Forge, che raccoglieva le immagini e le inviava sotto forma di impulsi elettrici al cervello, ma il principio è essenzialmente lo stesso.

Grazie a un chip grande come un pisello Ian Burkhart, rimasto completamente paralizzato a seguito di una lesione spinale riportata durante un'immersione subacquea, ha ricominciato a muovere una mano.

L'intervento risale al 2014 e ci sono voluti 15 mesi per riacquistare l'uso della mano, questa tecnologia sta muovendo i primi passi e ha ancora molte limitazioni, ma la cosa importante è che per la prima volta si è riusciti a trasmettere i segnali del cervello mediante impusi elettrici.

E dopo alcune funzioni elementari come versare un liquido da una bottiglia o strisciare una carta di credito cosa c'è di meglio di una bella partita a Guitar Hero?

Forza Ian, ci farebbe piacere vederti presto su una Balance Board.