Quanto è stato importate vincere il premio Urania con Il Re Nero? 

 Molto. Moltissimo. Ho sempre creduto molto nel Re Nero. E’ stata la conferma professionale che cercavo e che volevo. Far leggere i propri scritti ad amici e parenti, per quanto oggettivi siano, vuol dire giocare in casa. Avere un riconoscimento come il Premio Urania sposta tutto a un livello superiore: vuol dire che sai scrivere e che le storie che racconti hanno un grande valore oggettivo. In più mi ha convinto che il lavoro duro viene premiato e che, a differenza da quanto si pensa, non è vero che solo gli amici di amici possono ambire a risultati importanti. Tutta la responsabilità si sposta su di te, sulla tua serietà e sulla tua capacità di raccontare buone storie: una presa di coscienza impagabile e che mette anche in pace con il mondo. O almeno, per me è stato così.E poi è servito a darmi più fiducia nei miei mezzi di autore. E anche questo ha un valore enorme.

A cosa stai lavorando ora? So che nel 2016 uscirà un tuo secondo romanzo… 

 Il romanzo è finito e in attesa di pubblicazione ma non voglio anticipare troppo. Posso dire che si tratta di fantascienza, ma molto diversa da Il Re Nero e anche da I Necronauti. Il 2015 sarà dedicato alla seconda stagione dei Necronauti, a una raccolta di racconti ambientata a Polis Aemilia (la città stato de Il Re Nero) e un nuovo romanzo un po’ diverso dal solito di cui per il momento mantengo un certo riserbo.  Grazie per l’intervista e buona lettura a tutti!