Ricerca: «il-grande-mazinga-contro-getta-robot-g-violento-scontro-nei-ciel»
Taken, ma non troppo
Il popolo italiano di amanti della fantascienza era in trepidante attesa di questa miniserie, la cui ideazione e produzione da parte di Steven Spielberg sembrava una garanzia di qualità, viste le ferite lasciateci nel cuore da E.T., ma soprattutto da Incontri Ravvicinati del terzo tipo. Una così grande aspettativa amplifica però il rischio di delusione, e infatti l'impatto con l'episodio pilota è stato tragico, ma i fattori in gioco sembrano essere numerosi: andiamo per ordine.
LeggiAlien al cubo
Con l'avvicinarsi dell'uscita nelle sale del cross-over Alien vs. Predator proseguiamo nel nostro viaggio di retrospettiva riguardante la saga fanta-horror più famosa della storia del cinema. Nel numero 84 di Delos ci siamo occupati del film capostipite di Ridley Scott mentre nel numero 85 del sequel di James Cameron. Tocca stavolta al terzo e controverso capitolo della saga.
LeggiEmmerich, con la fantascienza cambierò il mondo
Pubblichiamo un breve estratto dell'intervista con il regista di The Day after tomorrow, Roland Emmerich, che apparirà sul numero di Robot in uscita a luglio
LeggiAmerica, dopodomani: - The Day after Tomorrow e la politica del disastro
L'atto d'accusa contro la politica poco ambientalista americana viene proprio da un regista che - sebbene non americano - aveva ottenuto il suo successo puntanto proprio sul patriottismo
LeggiMel Gibson: l'arma letale di Dio
Ritorna sullo schermo quella che è stata definita La più grande storia mai raccontata. O quantomeno la sua conclusione. La trovata-chiave dell'operazione? Una violenza così insistita, esibita e sadica che ha già fatto coniare un nuovo sottogenere cinematografico: l'horror splatter religioso.
LeggiL'occhio amorevole
Racconto di Sergio Cicconi
Dopo la laurea in filosofia, un po' per amore un po' per studio, ho trascorso (e perso felicemente) anni errabondi in città d'Europa e degli USA. Ho scritto vari racconti (alcuni pubblicati su magazine negli Stati Uniti e in Italia) e due romanzi giovanili che più che incompiuti definirei malcompiuti. Un terzo romanzo invece l'ho appena ultimato, e non aspetta altro che vedersi stampato. Su Delos ho pubblicato Vita mentale di alcune macchine e Il canto dell'ultima voce. L'occhio amorevole è un racconto che nessuno capisce (nemmeno io) e che ciò nonostante è arrivato terzo al Premio Alien 2002. Nel 1998 con mia grande sorpresa mi sono ritrovato tra i finalisti del Premio Calvino con una raccolta di racconti intitolata L'accumulazione delle distanze.
Ma che tipo di roba scrivi? mi chiedono spesso. E io non so mai cosa rispondere; la fantascienza mi piace molto, ma poi produco fantascienza che è poco fantascientifica; e lo stesso capita con l'horror: il mio è horror soft, o soft-horror, che è come dire: horror non troppo horror. Ultimamente ho deciso di rispondere così: scrivo cose di confine. E chi vuole intendere...
Il romanzo appena terminato (di horror? di fantascienza?, di confine?) parla di mutazioni possibili, di un'idea di corpo metaforico e mutante, di arte del corpo e sul corpo e col corpo, e parla di carne, di tanta carne, di corpi pieni di carne, di poetesse in carne, di scorribande notturne di un tassista-trasportatore di corpi, di medici plastici con pruriti artistici, di una scultura di carne che aspira alla vita.
Insomma, per chi non l'avesse capito, la carne mi piace. In tutte le sue forme...
