Per ogni collaboratore di una pubblicazione, il pensiero è la scadenza. E allora: ecco qualche pensiero, rigorosamente in ritardo, per il numero 100 di Delos. Ma sono tre pensierini brevi, umili, come si addice a una letteratura (si dice) “minore” come la fantascienza. Il primo è alla mia abitudine (alla fissazione?) di inizio anno, quella di recuperare i numeri l’annata della rivista, per leggere in un paio di giornate tutti i racconti, le riedizioni di chicche d’annata, le nuove uscite. Non per far nomi, ma per ricordarci che una scuola di Delos esiste, e si è andata sviluppando nel corso di un decennio, con autori che hanno avuto la costanza e la pazienza di dichiarare una loro personalità distinta, qualche volta emersa anche in formati più lunghi. Un inizio d’anno che è sempre un momento di piacere.Il secondo riguarda il fatto che, negli articoli, notizie e critica hanno coperto tutta la science fiction. Quella più antica, facendoci riflettere nuovamente sulla nostra scoperta della fantascienza: la storia, le riviste, i libri troppo presto dimenticati e da rileggere. Quella più recente: Delos nasce negli anni del cyberpunk, espressione delle passioni letterarie e culturali di quella generazione (anche la mia, naturalmente). Quella straniera (anglofona e non solo) e quella italiana (le radici, appunto). Quella scritta come anche quella degli altri media: cinema, tv, giochi. Senza prevenzioni, una politica editoriale che esplora un panorama che non è giusto rinchiudere in una forma o limitare a un periodo o a una scuola, perché tante sono le forme del piacere.Il terzo, semplicemente, è il ricordo di un’esperienza di collaborazione che continua, con tutta la faticosissima fatica dello scrivere, a essere un piacevole momento di soddisfazione.E da 100 numeri, Delos ci conferma che la fantascienza (la lettura, la scrittura, gli incontri) è soprattutto una forma di piacere. - Salvatore Proietti

Tanti auguri Delos, e 100 di questi numeri! Fare un bilancio su quanto questa testata abbia dato e stia ancora dando alla fantascienza italiana è perfino superfluo. Piuttosto ci tengo a esprimere il mio sentimento di profonda gratitudine (di lettore, prima ancora che di curatore) per una rivista i cui meriti vanno ben al di là dei premi nazionali e internazionali che si è aggiudicata.Delos ha assestato un durissimo colpo al conservatorismo dogmatico e retrò di un’editoria miope, se non addirittura primitiva, incapace di tagliare il cordone ombelicale con la carta in favore del più moderno e fertile supporto elettronico. La lungimiranza, la comprensione del proprio tempo e del potenziale costituito dalle risorse tecnologiche ha fatto di Delos un autentico punto di riferimento per il fandom attivo e per quello passivo. Senza timore di smentita, si può affermare che la rivista ha fatto da apripista ad un nuovo modo di diffondere la fantascienza in Italia: ha inaugurato l’era delle webzine, attraverso le quali qualsiasi appassionato provvisto di internet può leggere della sf di qualità paragonabile a quella delle riviste professionali gratuitamente e senza nemmeno scomodarsi dalla poltrona del proprio soggiorno. Con buona pace della concorrenza cartacea, l’innovazione in questione fa la felicità di qualsiasi non-addetto ai lavori, messo in condizione di leggere attingendo da un bacino teoricamente inesauribile e di ottimo valore, senza nessun problema di spazi, di costi o di orrende crudeltà morali come può essere l’attesa di una fila per pagare un bollettino postale allo scopo di comprare un libro che chissà se, quando e in quali condizioni arriverà.Del resto, il valore dei racconti e degli articoli di Delos non è certo secondo a quello che si può trovare in analoghe pubblicazioni a pagamento, quindi il primo a uscire vincitore dalla bagarre tra i differenti metodi di diffusione della sf è senz’altro il lettore. Per quanto mi riguarda, Delos è stata un po’ la mia stella polare. È stato grazie alle sue pagine che ho conosciuto quelle persone (tra cui Vittorio Catani) assieme alle quali avrei fondato poco dopo Continuum. Se non ci fosse stata Delos, probabilmente non ci sarebbero state nemmeno Continuum e quella pletora di riviste web amatoriali di cui ora beneficiamo.

È per tutta questa serie di ragioni che sono rimasto molto dispiaciuto quando c’è stata la rarefazione delle uscite di Delos, che ho cominciato ad apprezzare quando era ancora un mensile. Analogamente, ho trovata indigesta la notizia dell’accorpamento di Fantascienza.com, che a mio avviso ha tolto quell’autonomia e quell’individualità che aveva portato la rivista ai livelli quantitativi e qualitativi a tutti noi ben noti.

Ad ogni modo la linea editoriale è sempre rimasta chiara e coerente, prestando attenzione alla narrativa, all’editoria estera, al cinema, ai fumetti, ai convegni, alla musica e a tutto ciò che può essere ascrivibile alla fantascienza. Forse avrei preferito una maggior refrattarietà al fantastico diverso dalla fantascienza (e quindi sostanzialmente fantasy ed horror), ma si tratta di una questione di gusti personali che nulla toglie agli enormi meriti di Delos.

In particolare, va spesa qualche parola sul lavoro dell’infaticabile Silvio Sosio, direttore scrupoloso e sempre all’altezza della situazione, per quanto oneroso sia il proprio ruolo presso Fantascienza.com sotto ogni punto di vista. Senza il suo appoggio, le sue attenzioni e i suoi consigli, molte altre fanzine (tra cui la stessa Continuum) avrebbero avuto difficoltà a mettersi in luce.

Ora la direzione di Delos è passata nelle mani di Carmine Treanni: confidiamo tutti moltissimo in questa nuova gestione, e viene spontaneo augurare al neo-direttore pari successi di chi lo ha preceduto.

Nel frattempo grazie di tutto, Delos, e che la Forza sia con te. - Roberto Furlani (Continuum)