Nonostante alcuni difetti The Interpreter è un film fascinoso e interessante: la storia è quella di un'interprete delle Nazioni Unite che - per caso - capta una conversazione in cui si parla di un omicidio che sarà compiuto nella sala delle assemblee generali del Palazzo di Vetro a New York. Da lì si innescano una serie di meccanismi micidiali, con la donna che sembra nascondere agli agenti del servizio segreto un passato tanto misterioso quanto pericoloso e inquietante 

Un film che ha tre punti di forza principali: la regia di Sidney Pollack, misurata ed elegante, l'interpretazione straordinaria dei suoi protagonisti principali Nicole Kidman e Sean Penn, il raccontare in maniera indiretta incubi e violenze nei paesi sudafricani senza volere nascondere l'efferratezza di alcune situazioni.

Un thriller politico che affonda radicalmente le radici nella realtà di oggi, nelle inquietudini del terrorismo e - soprattutto - nella domanda riguardo il reale ruolo dell'Onu  nel mondo globalizzato del ventunesimo secolo.  The Interpreter non è un film facile, né scontato. La donna protagonista del film, è - nonostante il colore della pelle - un'esule dal suo paese e soffre per il Mal d'Africa. E' intimamente legata alla terra dove è nata e vissuta, ma - soprattutto - alla nazione dove ha combattuto per la libertà rischiando di vedere morire tutti i suoi ideali di pace e dialogo.

D'altra parte, l'agente segreto interpretato da Sean Penn è un uomo obbligato non solo a dubitare, ma anche a sospettare delle persone che si trova di fronte. Una persona lacerata da demoni personali che pur sentendosi attratto dalla donna che ha di fronte, tenta di respingere le sue inquietudini e emozioni per mantenersi lucido.

Intenso, cruento e non troppo consolatorio, The Interpreter  brilla soprattutto per la qualità della sua realizzazione. Il limite è quello di volere essere e restare comunque un film hollywoodiano: la dittatura citata è quella di un paese immaginario, così come fittizie sono le identità nazionali dei protagonisti e perfino le lingue parlate. Insomma, se fosse stato possibile, un po' di coraggio non sarebbe guastato per un film il cui unico difetto è quello di essere talmente levigato e curato da diventare poco credibile. Una questione comunque marginale in un film pensato e realizzto per l'intrattenimento che arriva in Italia con grande ritardo (sei mesi...) rispetto alle altre nazioni del mondo.