La memoria e la spinta a raccontare rimangono le due forze positive, anche di fronte all'inenarrabile, e un filone del ciclo della Strumentalità è dedicato alle leggende sulla casta di schiavi biotecnologici degli underpeople, animali modificati biotecnologicamente. In La ballata della perduta C'Mel (The Ballad of Lost C'Mell, 1962), l'illusione di un atteggiamento paternalistico da parte dei padroni umani si scontra con gli sforzi di riscatto delle "sottopersone": la storia della Giovanna d'Arco felina avrà un finale tragico, ma le leggende sono chiare: solo da quel riscatto potrà nascere una speranza di salvezza per l'universo.
La stessa presenza di memorie intollerabili al centro delle vicende del mondo dominerà il bellissimo, ultimo romanzo di Alice B. Sheldon, alias James Tiptree (la cui biografia è ancora poco ricostruita, che passa per i servizi segreti e altrove), E venne la luce (Brightness Falls from the Air, 1985). Qui tutto l'universo si sta riprendendo dopo una versione interplanetaria dell'Olocausto, in cui una specie aliena è stata torturata fino allo sterminio quasi totale nel nome dell'ottenimento di una preziosa droga. E il romanzo è allo stesso tempo una storia di ricostruzione, personale e collettiva, e una storia in cui il tessuto stesso dell'universo, anche per opera della memoria collettiva degli sterminati, resterà segnato per sempre dall'atrocità originaria.























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