John Herbert Varley, uno dei più influenti autori di fantascienza contemporanea, è scomparso ieri all’età di 78 anni a Beaverton, Oregon, a causa di complicazioni legate a problemi di salute – diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva – che si trascinava da tempo. La notizia della sua morte ha rapidamente fatto il giro delle comunità di lettori e fan del genere, che ricordano Varley non solo per il talento narrativo, ma anche per la capacità di anticipare temi sociali e tecnologici destinati a restare nel dibattito culturale.
Carriera, premi e riconoscimenti
Nato ad Austin, Texas, il 9 agosto 1947, John Varley iniziò a pubblicare racconti di fantascienza nella metà degli anni ’70, guadagnandosi presto l’attenzione della critica e dei colleghi. Nel corso della sua carriera ha vinto tre premi Hugo, due Nebula e numerosi Locus Awards, oltre ad altri riconoscimenti prestigiosi della comunità fantascientifica.
Critici e appassionati hanno spesso paragonato la sua voce narrativa a quella di Robert A. Heinlein, per l’uso di personaggi forti e una certa enfasi sulla libertà individuale e sui confini etici della tecnologia.
Le opere più importanti
John Varley ha lasciato un vasto corpus di romanzi, racconti e raccolte, molte delle quali sono diventate pietre miliari del genere.
Tra le opere più significative ci sono tre cicli di romanzi, dei quali in Italia è arrivato poco:
Linea calda Ophiucus (The Ophiuchi Hotline, 1977), primo grande successo di Varley, introduce il futuro dell’universo degli Otto Mondi, un sistema solare popolato da umani dotati di modificazioni biologiche dopo l’invasione aliena della Terra. Il libro è considerato uno dei suoi capolavori e un esempio di fantascienza che combina audacia concettuale e umorismo. In Italia è stato pubblicato anche il seguito, La spiaggia d'acciaio (Steel Beach, 1992) ma non il terzo romanzo, The Golden Globe, mentre è arrivato su Urania il quarto, il recente Irontown Blues.
Titano (Titan, 1979) ha vinto il premio Locus nel 1980 ed è stato seguito da Nel segno di Titano (Wizard, 1980) e Demon (Demon, 1984), tutti editi da Mondadori.
Inedita da noi la serie Thunder and Lightning composta da quattro romanzi.
Importanti anche le opere brevi, in particolare i romanzi brevi La persistenza della visione (The Persistence of Vision, 1978) , Press Enter (1984) e Lo spacciatore (The Pusher, 1982), tutti e tre vincitori dei premi Hugo e Nebula e, eccetto il terzo, anche del Premio Locus.
Temi e eredità culturale
Varley è stato celebrato per la sua capacità di mettere al centro dell’immaginario fantascientifico personaggi complessi e spesso femminili, in un’epoca in cui il genere era dominato da prospettive più tradizionali.
I suoi lavori affrontano con brillante ironia e profondità tematiche come l’identità e la fluidità personale in un contesto di avanzamenti tecnologici, la trasformazione del corpo e della mente umana, la libertà individuale e i confini dell’etica scientifica e la colonizzazione dello spazio come specchio delle nostre contraddizioni sociali.
La sua capacità di immaginare futuri plausibili, ironici e inquietanti ha influenzato generazioni di scrittori e lettori, contribuendo a ridefinire i confini della fantascienza moderna.












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