Era un piacere entrare nella bolla di sapone.

Era un particolare piacere bagnarsi i capelli e vedere le cose come sotto la pioggia. Ma l’uomo non capì perché si trovava dentro quell’involucro e, meccanicamente, si strappò i capelli senza piangere, poi la bolla esplose.

Le bolle di sapone, si sa, durano solo il tempo di un pensiero inquieto. L’uomo ne uscì come un gatto spelacchiato. Cominciò a piovere. Pose gli occhi sulla pioggia. Le foglie degli alberi bisbigliarono con un suono di vento caldo.

Guardò in alto. Vide altre bolle di sapone che, spinte dal vento, si allontanavano, senza esplodere, sopra le colline alla periferia della città. L’uomo portava un vestito bianco. Era stropicciato. Come la sua vita indirizzata da sogni spaventosi. Non temeva le bolle di sapone, non le vedeva come qualcosa di soprannaturale ma non riusciva a capire che cosa avessero in mente. C’era un pizzico di preoccupazione e, comunque, non gli ispiravano una completa fiducia. Cercò di riassettarsi quando si accorse di essere a un passo dalla donna che aveva davanti.

– Salve.

Non riuscì a dire altro. La donna rimase impietrita e spaventata. Quell’uomo vestito di bianco le sembrò un omiciattolo verde. Il vento fece il suo giro e si fermò. Le bolle di sapone tornarono sopra la città. Erano tante, migliaia. Sembravano minacciose. Un raggio di sole sarebbe stato sufficiente per sbriciolare le bolle e per spazzare via molte ombre. Ma il sole non c’era. Mancava in città da circa due anni da quando la sfera più piccola, a est, si era improvvisamente inclinata. Dalla fine di quella strana estate fino all’arrivo dell’inverno e poi ancora all’inverno successivo solo lontanissime stelle erano state in grado di illuminare la città come se fosse una discoteca terrestre di quelle che si vedevano nel 2225, poco prima della peste. Tutta la città era avvolta da un blu elegante e inquietante, tranne la zona inclinata che rimase completamente al buio. Dopo un primo impatto di paura e preoccupazione gli abitanti si abituarono all’effetto blu e dimenticarono la scomparsa del sole. Fino all’arrivo delle bolle di sapone. Strane creature di piccolo respiro, senza un’ombra, elegantemente ondeggianti come flebili figure di un sogno. Minacciose.