L’estate del 2021 verrà probabilmente ricordata, nella storia dell’Astronautica, come l’estate del turismo spaziale. In poco più di due mesi, da luglio a settembre, i tre principali competitor privati della nuova corsa allo spazio hanno compiuto imprese da record. I loro nomi? Virgin Galactic di Sir Richard Branson, Blue Origin di Jeff “Mister Amazon” Bezos e SpaceX di Elon Musk.

Il primo a volare è stato Branson. Lo scorso 11 luglio, il magnate inglese ha raggiunto l’orbita terrestre con la navicella spaziale Spaceflight Unity 22. A bordo, oltre a Branson c’erano i piloti Dave MacKay e Michael Masucci, l'istruttrice Beth Moses, l'ingegnere Colin Bennett e la vicepresidente della Virgin per gli Affari governativi e la ricerca Sirisha Bandla.

Il magnate britannico Richard Branson, proprietario di oltre 400 società e con un patrimonio stimato in oltre 5 miliardi di dollari, ha dato vita alla Virgin Galactic, una società che “vende” voli suborbitali con la propria navicella spaziale. In pratica, la SpaceShipTwo (o VSS Unity), la nave spaziale della Virgin Galactic, raggiunge l’altezza suborbitale grazie a una nave “madre” che la porta a 13 km di altezza, per poi essere sganciata in modo da poter azionare un motore che la porta ancora più in alto, con una traiettoria suborbitale. Il 13 dicembre 2018 la navetta di Branson è riuscita nell’impresa di raggiungere lo spazio e portare i due piloti, Mark Stucky e Frederick Sturckow, a quota 82,7 km. La nave di Branson è così diventata il primo veicolo spaziale privato con equipaggio ad andare nello spazio e la prima battente bandiera americana a volare, dopo la fine dell’era dello Shuttle. Parte del volo è stato finanziato anche dalla NASA, grazie al fatto che a bordo sono stati effettuati quattro esperimenti. Un nuovo primato per Branson e la Virgin Galactic è stato raggiunto il 22 febbraio 2019, quando la navetta ha raggiunto l’altezza record di 89,9 km e a bordo, oltre ai due piloti Dave Mackay e Mike Masucci, c’era anche un passeggero d’eccezione: Beth Moses, l’istruttrice degli astronauti della Virgin Galactic. I tre hanno così potuto sperimentare per alcuni momenti l’assenza di gravità, l’attività più interessante che un volo della Virgin Galactic può offrire ai futuri passeggeri paganti.

Jeff Bezos ha compiuto un’impresa simile. A bordo della navicella New Shepard, costruita dalla sua società Blue Origin, il magnate americano è andato in orbita, restandovi per ben 10 minuti. Con lui c’era un equipaggio tutto speciale: il fratello Mark Bezos, Wally Funk, una pioniera di 82 anni della corsa allo spazio, e uno studente di 18 anni, Oliver Daemen, che ha preso il posto del papà, Joes Daemen.

La società aerospaziale di Bezos è entrata nella storia quando il 23 novembre 2015 ha lanciato il suo primo razzo, composto da due stati, il primo dei quali, posto in alto, chiamato New Shepard, ha raggiunto l’altitudine di 1000,5 chilometri e si è staccato dal secondo stadio, cioè dal razzo vero e proprio. Quest’ultimo non è andato perso, come accadeva fino a oggi, ma è ritornato alla base di lancio, divenendo così di fatto un razzo riutilizzabile. La Blue Origin ha effettuato vari lanci con i suoi razzi, l’ultimo dei quali è del 24 gennaio 2019, con il razzo New Shepard, che ha raggiunto lo spazio suborbitale.

Il 16 settembre 2021, infine, il razzo Falcon 9 ha portato in orbita a un'altezza di 575 chilometri, ben oltre la Stazione spaziale internazionale che si trova a circa 400 km, per la prima volta un equipaggio di soli 4 civili senza alcun astronauta professionista. La missione è durata tre giorni.

Musk e SpaceX sono già ampliamenti famosi per il progetto dei razzi Falcon, il primo dei quali è stato lanciato con successo nel settembre 2008. Nel 2010, SpaceX è stata la prima compagnia a lanciare con successo un veicolo spaziale e a recuperarlo: si trattava della navetta Dragon. Nel 2012. SpaceX è stata la prima azienda privata a lanciare una navetta verso la Stazione Spaziale Internazionale. Ancora, nel 2015, SpaceX è riuscita a far tornare con successo il primo stadio del Falcon 9 appena lanciato, diventando la prima compagnia al mondo a tentare e a riuscire in una simile impresa. Nel 2016, la compagnia di Musk ha recuperato uno stadio del razzo Falcon 9 facendolo atterrare su una piattaforma mobile in mare. Infine, nel 2018, SpaceX ha lanciato un razzo molto potente, denominato Falcon Heavy, formato da un razzo centrale e due booster laterali, i quali sono atterrati dopo il lancio su due piattaforme in mare, mentre il corpo centrale è ammarato a 100 metri dalla piattaforma su cui doveva atterrare. Questa nuova tecnologia consentirà un significativo abbattimento dei costi di accesso allo spazio, fino a un fattore cento.

Musk e SpaceX sono riusciti nell’impresa di portare i primi astronauti americani, i primi due nel 2020 e altri 4 nel 2021.

Che si tratti di andare in orbita sulla Luna o raggiungere l’orbita terrestre, il turismo spaziale, dunque, è uno dei settori commerciali dell’industria aerospaziale che più si svilupperà nei prossimi anni, ma è anche già una realtà, grazie questi voli dell’estate 2021.

Il primo turista spaziale della storia è stato l’imprenditore americano Dennis Tito, che il 28 aprile 2001 raggiunse la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di una Sojuz TM-32, restando per 7 giorni, 22 ore e 4 minuti in orbita e pagando il suo volo e soggiorno ben 20 milioni di dollari di allora. A lui sono seguiti altri sette turisti, tra il 2002 e il 2009, tutti ovviamente imprenditori che hanno potuto sostenere gli alti costi dell’impresa.

A quanto pare il turismo spaziale sarà uno degli affari più convenienti del prossimo futuro.